6 marzo 2016 - Giulian (2547m) - Val Germanasca

Un bel metrozzo di neve fino a bassa quota, pericolo valanghe elevato. 

 

Opto per questa classica della val Germanasca già fatta un paio di anni fa, una gita piuttosto sicura anche in condizioni di forte innevamento, pur con tutte le eccezioni del caso..

 

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Dettagli GITA:

 

quota di partenza:           1480m
quota vetta:                    2550m
dislivello complessivo:      1070m

Difficoltà: MS

Esposizione: Nord ovest

Periodo consigliato: dicembre-marzo

 

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Sommario

 

Una gita molto semplice adatta sia allo snowboard che agli sci, percorso facile sia in salita che in discesa, da Giordano si seguono le indicazioni

 

 

 

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Meteo del giorno

 

Cielo sereno tutto il giorno con venti moderati al mattino poi deboli da Est durante il giorno, zero termico a 1200m nelle ore centrali, clima invernale. Visibilità eccellente.

 

 Situazione neve in cm (versanti sud-nord)

 

- 1500m: 60-100    fresca asciutta

- 2000m: 80-120    fresca asciutta

- 2500m: 50-150    fresca asciutta/ventata

 

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Parto piuttosto presto per il periodo, forse troppo presto perchè arrivo quasi ancora con il buio.

La prima cosa che noto al parcheggio di Giordano è il vento assurdo e imprevisto che spazza neve impetuosamente dai tetti delle case e dalle creste della Vergia. Non è un bene.

Dopo un veloce preparativo mi incammino sulla solita mulattiera innevata che ormai conosco da almeno 25 anni, la neve recente è molta ma battere traccia per ora è piuttosto semplice. L'ambiente con tutta questa neve fresca è decisamente invernale e ovattato.

Superate le ultime grange e raggiunto il ponte di intersezione con il vallone dei 13 laghi la neve inizia ad essere decisamente profonda e la mancanza di una traccia precedente mi fa perdere leggermente l'orientamento, nulla di che ma sufficiente a farmi già un po' affaticare risalendo una riva piuttosto ripida.

Risalgo tranquillamente il bosco assorto da pensieri di diverso tipo, non c'è davvero anima viva e il sole inizia a guadagnare bene la parte meridionale della valle.

 

Raggiunto il vallone delle Miniere giro a sinistra e qui inizio davvero a fare fatica a tracciare, la neve profondissima e leggera, da un lato sono contento dall'altro meno perché la sensazione è che sia addirittura troppo profonda e poco veloce in discesa. L'innevamento è buono ma assolutamente imparagonabile a inverni di qualche anno fa.

Il bosco sembra più lungo del solito con questa velocità di ascensione, cerco di tracciare una linea migliore possibile ma dopo una certa quota si alternano punti più profondi e altri meno rendendo più squilibrata e faticosa la salita.

 

Arrivo finalmente al limite del bosco e faccio una pausa, mi idrato e mangio qualcosa, il sole ha finalmente conquistato anche questo vallone anche se il suo calore non equivale alla sua potente luce.

Riprendendo la salita noto che la parte terminale del vallone è decisamente pelata e non noto particolari criticità di accumuli, il pericolo valanghe oggi è a ben 4 su 5, motivo per cui ho scelto di fare questo percorso blando.

 

Risalendo il vallone del Giulian la fatica inizia a bussare alle gambe, la neve continua ad essere profonda, nonostante sia a tratti ci sia qualche crosta da vento. Girandomi indietro noto un gruppetto di skialp in lontananza, tra cui uno più veloce in testa che in meno di 15 minuti da quando l'ho notato mi ha raggiunto sfruttando comodamente la mia traccia!! Appena mi è vicino mi ringrazia educatamente e prosegue lui il faticoso compito, ma manca ormai meno di 100m alla cima quindi fa veramente poco. Questi sono i problemi se parti troppo presto il mattino, specialmente dopo una nevicata, diventi una battona!!

 

Arrivo finalmente in cima raggiunto da un nutrito gruppo di skialp, preparo la split e inizio la discesa ma subito ho il maledetto zoccolo che mi tormenta!! devo scendere dalla split ben 2 volte e toglierlo, la soletta scura attira più calore, una volta calda se viene messa su neve caduta a temperature inferiori allo zero fa congelare uno strato di neve saldamente alla tavola, volgarmente chiamato TACCONE. Smadonnamenti, fatica nella neve profonda, grattoni alla soletta con i guanti anziani ormai sdruciti, perdo un buon quarto d'ora per sta puttanata. 

 

Finalmente riparto con la soletta pulita e scendo dal percorso fatto qualche anno fa, purtroppo la neve profonda non permette chissà quali velocità e superato il pezzo più pendente, nel complesso divertente, devo stare molto vicino alla traccia per evitare di spingere o impiantarmi, cosa che è comunque capitata un paio di volte nel bosco, l'innevamento inoltre non è tutto questo granché nello spessore, la mancanza di fondo autunnale e invernale si sente, lunghi sono i tratti arbustosi che qualche anno fa erano completamente coperti.  Con qualche ravanamento aggiuntivo in zona ponte raggiungo la mulattiera classica già gremita di ciaspolator, raggiungento l'auto dove incontro e saluto nuovamente gli skialp incontrati in cima.

 

 

 

 

 

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