31 maggio 2014 - Furggen (3492m) - Valtournenche

 

Ma ancora gite SnowAlp?? yeeesss!! fanculo all'Estate..può attendere

 

Si ritorna in Vallè belli gasati anche se con un velo di malinconia essendo FORSE l'ultima uscita della stagione.

Le condizioni dopo un Maggio con temperature finalmente nella norma e qualche nevicata in quota sono ancora molto buone, specialmente in alcune zone. 

Chiamo Luca, lo martello, gli propongo diverse gite più o meno impegnative ma lui mi butta sul piatto la Furggen, una classica da Cervinia che sulla carta sembra molto interessante!! 

 

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Dettagli gita

 

quota di partenza (m): 2006
quota vetta (m): 3492
dislivello complessivo (m): 1486

 

difficoltà: BSA

 

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Mappa del Percorso, rosso salita, blu discesa..

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Il meteo del giorno.

 

Le previsioni del tempo a dire il vero non erano molto promettenti con una probabile fase temporalesca al mattino di breve durata ma capace di compromettere parte della gita. La pioggia battente quando sono uscito di casa sembrava confermare questa previsione ed invece.... le nuvole si sono fermate per tutta la mattina e primo pomeriggio in bassa valle lasciando libere le zone di confine dove il sole ha dominato indisturbato. Venti deboli o assenti, zero termico a 2900m nelle ore centrali e isoterma -10 a 4100m. innevamento ancora molto buono oltre i 2500m con circa 1 metro nelle zone a nord, oltre 3 metri di neve dai 3000mt in su.

Neve farinosa invernale oltre i 3300m. 

 

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Sommario

 

Una gita il Furggen molto valida per il finale di stagione che strizza l'occhio a qualche tratto alpinistico, seppur di breve durata. 

La facile individuazione del percorso unito ai panorami grandiosi, il giusto dislivello e ai cambi continui di pendenza ed esposizione l'hanno resa stimolante e mai noiosa in salita. 

La discesa poi, nelle condizioni di neve come oggi, ha completato degnamente la giornata, una neve trasformata il giusto per buona parte della discesa dove tracciare linee di assoluta qualità considerando il periodo ormai estivo.

Un percorso a mio avviso consigliato sia in sci che in split.

 

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Il racconto con Foto

 

 

La levataccia questa mattina l'accuso un pò, strano ma è così, non basta l'eccitazione e la voglia di andare in montagna per rinvigorire il fisico da una sveglia che è impietosa, alle ore 3:00. 

Mi trascino fuori dal letto e mentre metto il caffè noto che piove a dirotto, che palle, le previsioni forse avevano visto bene. Mi metto addosso gli "stracci" da montagna ancora sporchi dalle ultime gite e mi dirigo all'appuntamento con Luca. Siamo entrambi puntuali, carico tutto il macchina da lui ricontrollando una decina di volte il materiale visto l'intontimento del sonno e partiamo alla volta della Vallè.

Arrivati in Vallè noto subito che il meteo qui è ottimo con un cielo color cobalto con già le prime luci dell'alba che si fanno prepotenti da est, c'è solo qualche nuvola innocua, il morale e la voglia di salire aumentano.

Cervinia è ovviamente deserta, quasi surreale dopo essere stato abituato a vederla nei periodi in cui gli impianti sono aperti, con resse per i ticket e centiania di auto parcheggiate. Stamattina invece no, arriviamo ad un parcheggio praticamente tutto per noi, ci prepariamo in breve tempo e iniziamo con sci e split nello zaino a risalire il sentiero estivo per il Plain Maison tenendoci alla destra orografica. Neve ormai in basso tranne qualche nevaio non c'è più, vediamo qualche marmotta e una bella volpe affrettarsi a raggiungere il proprio nascondiglio, visibilmente disturbata. Riesco comunque da lontano a fotografarla.

 

 

Il pezzo di portage immaginavamo fosse più breve, tagliamo il sentiero estivo con qualche ravanaggio di troppo e raggiungiamo la base della seggiovia del Pancheron, qui ci fermiamo e valutiamo il percorso. Su consiglio anche di un altro skialp incontrato tagliamo tutto a sinistra e prendiamo le ripide rampe che risalgono la morena fino alla sua sommità, in parte sfruttando una vecchia pista da sci anni 80 in disuso.

La neve in questo tratto è molto molto dura e l'esperienza dei traversi agghiaccianti della gita precedente non mi lasciano dubbi: metto i ramponi direttamente. Scelta azzeccatissima, sebbene lo zaino sia bello pesante e perda un pò di tempo la progressione è ottima e agevole e riesco a raggiungere in breve tempo la sommita della morena con i primi raggi di sole che mi scaldano il viso.

 

 

Ora il panorama fa sul serio con la parete sud-est del Cervino in tutta la sua bellezza, è impressionante quanto sia grande e imponente da questo punto, sembra un monumento della natura forgiato dalle ere geologiche. Magnifico.

Il vallone che ora affronteremo è caratterizzato da continui cambi di pendenza, rampe sostenute si alternano a dolci pendii nei quali metto la split ai piedi, qui qualche cm di neve pallottolare tipica dei temporali nevosi aiuta e i coltelli fanno aderenza in modo eccezionale, i limiti intrinsechi della split sono comunque sempre evidenti con questa neve non appena il traverso si fa più ripido, ma fortunatamente accade solo un paio di volte. Per sicurezza sono comunque arrivato fin a 2900m circa solamente con i ramponi, proprio per evitare sbattimenti e inutili sprechi di energia, nonchè bestemmie gratuite..

 

 

Superata l'ultima rampa arriva il pezzo più rognoso per raggiungere la vetta ormai evidente: una cornice bella spessa, moderatamente sporgente ma con un tratto molto ripido per superarla. Decidiamo di toglierci tutto e lasciare split e sci alla base della parete valutando dove superarla, ci sono un paio di punti che da sotto sembrano favorevoli.

Mi rimetto i ramponi e iniziamo a risalirla, dapprima facilmente, poi il pendio si impenna e diventa quasi verticale, la difficoltà è evidente e un pò mi spavento.

Ogni passo deve essere sicuro e la concentrazione è alta, i ramponi fanno bene il loro lavoro ma sono senza picozza e con le bacchette non è di certo il massimo. Faccio salire quindi prima Luca che è dotato di picca, anche per lui il pezzo è difficile ma con un paio di sforzi e passi ragionati riesce a superarla spostandosi subito dallo sbalzo, poi mi cala la picca ed inizio ad affrontarla anch'io, cerco di crearmi dei piccoli gradini nel ghiaccio con i ramponi per avere delle basi un pò sicure e con uno sforzo immane pianto la picozza con decisione tirandomi su con le braccia fino a risalire la cornice. Siamo in cresta.

 

 

Ora siamo esattamente sullo spartiacque svizzero, l'aria è tersa e non c'è un filo di vento, magnifico il panorama. Ho ancora un pò di apprensione per il pezzo appena superato, dovendolo affrontare anche in discesa ma Luca mi tranquillizza e procediamo per la cresta in direzione della vetta con gli ultimi 200mt lineari. Qui la neve è assolutamente invernale con circa 30/50cm di neve fresca nel quale sprofondiamo parecchio, facciamo un pò di fatica ma dopo una ventina di minuti raggiungiamo la vetta sulla quale c'è un obrobrioso rifugio/deposito lasciato marcire dal tempo e semisepolto dalla neve, nel quale arrivava negli anni 80 addirittura una seggiovia. Lo aggiriamo e raggiugiamo il suo terrazzo dove si può finalmente godere a 360° del panorama circostante. Magnifico.

 

 

La gran Becca da questa angolazione ha un fascino indescrivibile, quasi ipnotico, sono 15 anni che la vedo e tutte le volte è sempre come fosse la prima, è la montagna perfetta, una lady che è stata corteggiata da migliaia di alpinisti negli ultimi 200 anni.

Guardando verso il Rosa si vedono chiaramente tutte le principali cime, dal Breithorn alla Dofour con un gioco di luci che le foto in bianco e nero rendono molto bene.

Purtroppo si vedono anche le decine di impianti distribuiti in modo capillare su tutto il confine, che spezzano un pò la magia del posto. Nuvole minacciose si fanno nel frattempo largo in bassa valle facendomi temere per un peggioramento del tempo.

Sostiamo circa una ventina di minuti dopodichè riprendiamo la strada della salita scendendo dalla cresta.

 

 

In discesa la cresta è agevolissima rimettendo i piedi esattamente da dove siamo saliti e in pochi minuti siamo già nel punto di discesa critico della cornice.

 

 

Questa volta la cornice l'affrontiamo in un altro punto apparentemente più semplice, come sempre Luca fa da apripista. Contrariamente a quanto pensassi la difficoltà in discesa è minore anche se la cornice sporgente mi crea non poche difficoltà nel trovare i punti di appoggio con i piedi, rimango per diversi momenti appoggiato con tutto il corpo solamente con la forcella dei ramponi di un piede. La mancanza della picca l'ho risolta questa volta togliendo dalle bacchette le rondelle in plastica da neve, facendo così riesco a utilizzarle molto bene infilandole completamente nella dura neve appoggiandomi in discreta sicurezza. I passi anche questa volta sono molto controllati e la concentrazione è massima. Passo dopo passo la tensione scende e dopo i primi 20/30 metri critici le pendenze si fanno meno sostenute permettendoci infine di ritornare ai mezzi da discesa agevolmente.

Impieghiamo un pò per prepararci alla discesa, il meteo sembra reggere con le nuvole che contrariamente a quanto sembrava dalla cima se ne stanno buone buone in basso, creando pure uno spettacolare gioco di luci, la visibilità è eccellente. Assemblo la split e via, si parte.

 

La discesa

 

Prima parte (circa 200/300mt di dislivello) su neve duretta gessosa in cui ho dovuto moderare un pò la velocità, il grip delle lamine era al limite, anche se accettabile ma man mano che scendevo di quota iniziava a diventare sempre più bella fino a raggiungere la perfezione nella parte centrale, dove c'era un firn da antologia. Curve rapide con continui cambi di back/front divertentissimi, poi sempre più gas allargando le curve e sollevando getti di "granita". La bella neve sarà durata circa 600/700mt di dislivello, davvero niente male.

Arrivati al fondo del vallone Luca sceglie di scendere a sinistra, io a destra. Scelta azzeccata la mia dove ho potuto farmi altri 200mt di dislivello almeno su un bel canale con pendenza sostenuta, la neve qui era marcetta ma priva ormai di aria e quindi scorrevole e divertente fino alla fine.

Dopo aver aspettato Luca una decina di minuti, per via di un suo "gava e buta" nel canale accanto al mio, facciamo l'ultimissimo tratto su una pista da sci facendo un pò di slalom tra le pietre e raggiungendo il torrente centrale sfruttando le ultime lingue di neve. Qui ci siamo cambiati in versione "trekking estivo" e siamo scesi dalla mulattiera centrale accanto al torrente, incontrando pure lo skialp dell'andata scambiando due parole.

Davvero niente male come discesa!!

 

 

Voti personali:

 

Percorso: 9 (percorso che rasenta la perfezione per morfologia e varietà)

Ambiente: 9 (ambiente che solo la valle d'Aosta può offrire, panorama spaziale dalla cima)

Salita: 7 (buona ma fatta quasi interamente con i ramponi, pezzo della cornice ostico)  

Discesa: 8 (discesa di tutto rispetto per la stagione, molto varia)

Quantità neve: 7 (innevamento ancora discreto considerando il periodo)

Qualità neve: 8 (neve un pò duretta il primissimo pezzo, poi firn da antologia per buona parte della discesa)

Allenamento: 7 (nel complesso discreto, ho sempre quei 2/3kg in più)

 

Generale:  8 (gita azzeccata in un posto di alta montagna splendido)

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