Quando pensi di sapere cosa significhi batter traccia...
Bellissima e importante nevicata il primo giorno del mese che ha scaricato oltre 1 metro di neve fino nei fondovalle, coinvolgendo anche la pianura padana occidentale.
Si organizza con Davide e si va a fare la Testa del Cervetto, considerando il pericolo valanghe piuttosto alto.
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Dettagli GITA:
quota di partenza (m): 1398m
quota vetta (m): 2347m
dislivello complessivo (m): 949m
difficoltà: MS
Esposizione: nord-ovest
Periodo consigliato: dicembre-febbraio
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Meteo del giorno
Cielo completamente sereno, bellissima giornata invernale, eccezionale visibiltà.
Zero termico nelle ore centrali: 700m in ulteriore calo, giornata fredda.
Venti deboli settentrionali
Innevamento ottimo, con una grande nevicata di oltre 1 metro un paio di giorni prima fino fondovalle.
40cm di neve già a casa mia a Reano, pianura piemontese completamente innevata
Pericolo valanghe: 3
Situazione neve in cm (versanti sud-nord) in discesa
- 1000m: 80-100 polverosa/fresca
- 1500m: 100-120 polverosa/fresca
- 2000m: 100-150 polverosa/fresca
Condizioni bariche e di temperatura oggi alle 7:00 AM by meteociel.fr
https://modeles.meteociel.fr/modeles/gfs/archives/gfs-2017120300-0-6.png
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Ci dividiamo in due auto e parcheggiamo a Oncino, pittoresca frazione in Valle Po, semisommersa dall'ultima bella nevicata di qualche giorno prima.
La strada per raggiungerla è stata tutt'altro che semplice: complice il fondo stradale innevato e lo scarso spazio per parcheggiare.
Partiamo split ai piedi seguendo una traccia appena fatta, un'autentica trincea!! profondissima!!
Fin qui tutto bene procediamo, a metà strada arriva una bestia alla guida dello spalaneve della strada provinciale che a momenti ci prendeva sotto battendo la strada per la frazione più alta, mi sembra si chiami Meire Bigoire.
Raggiungiamo in un ambiente da favola la parte più alta della strada e inspiegabilmente vediamo tornare indietro tanti skialp.. impossibile a loro avviso proseguire, neve troppo profonda da battere. Io e i compati ci guardiamo perplessi ma decidiamo di proseguire lo stesso.
Superiamo un ponticello e iniziamo ad affrontare il primo pendio.. profondissimo, esageratamente profondo. Fatica bestiale, ma non molliamo e tentiamo lo stesso di salire. Ci diamo di tanto in tanto il cambio e quando tocca a me sprofondo fino alla vita nonostante la split, una fatica disumana.
Nel frattempo tutti gli skialp fermi sotto ci osservano stupiti.. siamo degli autentici trattori anche se facciamo per ora davvero pochissimo dislivello. Finalmente alcuni di loro si degnano di raggiungerci e alternandoci proseguiamo in questo compito faticosissimo, mai battuto traccia su neve tanto profonda, è leggerissima e nè vento nè temperature hanno modificato il suo stato dopo la nevicata, neve secchissima e impalpabile.
Il gruppo diventa via via più numeroso (anche troppo!) e con un po' di organizzazione ci diamo il cambio nella battitura della traccia e faticosamente raggiungiamo la dorsale superiore, qui la neve diventa meno profonda e finalmente arriviamo fino in cima, stanchi.
Prepariamo la discesa e da subito capiamo che la neve troppo profonda e le pendenze poco sostenute sono un dramma: devo seguire le tracce degli sciatori e nel tratto intermedio cado.. già cadere.. per rialzarmi impiego oltre 10 minuti con una fatica bestiale. Nel frattempo gli altri sono scesi più in basso, il feeling con quella neve della Furberg non è il massimo, faccio davvero fatica a scendere e non ho il controllo che vorrei con curve incerte e ravanose.
Raggiungo il punto di appoggio a fondovalle e vista la strada con neve discontinua decido di scendere a piedi impiegando almeno mezz'ora in un paesaggio comunque molto bello, sono esausto.
Arrivo al punto di partenza e vedo i ragazzi già in auto pronti a scendere che aspettavano solo di vedermi arrivare.