11 marzo 2017 - Rocca Nera (2860m) - Valle Susa

Rocca Nera .. mai sentita ..

 

DOVE CAZZO E'? 

 

Ah ecco, la classica gita che non ti aspetti in una zona che neanche sai che esiste a 40 minuti da casa split ai piedi.

Il super Davide riserva sempre queste chicche all'ultimo secondo, da delirio di onnipotenza snowboardAlp.

 

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Dettagli GITA:

 

quota di partenza (m): 1250m 

quota vetta (m): 2860m

dislivello complessivo (m): 1610m

difficoltà: BSA 

Esposizione: NORD EST

Periodo consigliato: febbraio-marzo

 

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Sommario

 

Rocca Nera è una gita davvero superba in un ambiente selvaggio e isolato della Valle Susa.

E' una di quelle gite che non ti aspetti, che ricorda un po' come doveva essere lo sci alpinismo del dopoguerra, ossia con NESSUNO tra i coglioni.

Con un comodo sentiero si raggiunge Pian Cervetto, poi rifugio Anprimo, si prosegue seguendo la valle  fino al TOESCA con un bosco non molto fitto. Oltre il limite del bosco si segue la direzione per il Colle del Sabbione ancora non visibile con una lunga e bellissima rampa.

Poco prima del Colle si gira a dx imboccando un ultimo vallone ad anfiteatro che porta al Col Gavia m. 2780, in ultimo si raggiunge la cima ben evidente sulla destra dove sono necessari picozza e ramponi..

Gita dal notevole sviluppo e dislivello, mai noiosa grazie ai continui cambi di ambiente: dai boschi di media montagna alle rampe e valloni dell'alta quota. 

Diverse le opzioni di discesa con la possibilità di imboccare il canale diretto dalla cima (4.2 E2) se la neve lo consente.

Attenzione ai pendii rivolti a sud in caso di innevamento recente/abbondante prima del colle Gavia nelle ore più calde, spesso stacca facilmente.

 

 

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Meteo del giorno

 

Sereno con qualche innocua nuvola da sud a metà giornata, visibilità ottima. 

Zero termico  nelle ore centrali: 2800m stazionario

isoterma -10 nelle ore centrali:  4500m stazionaria

Venti: assenti con locali brezze a fondovalle

Innevamento ancora nella norma per ora, ma caldo fuori stagione.

 

Pericolo valanghe: 2

 

Situazione neve min e max in cm (versanti sud-nord) in discesa

 

- 1500m:  0-50           primaverile

- 2000m: 20-130        primaverile-crosta portante

- 2500m: 100-180      primaverile-crosta portante

- 3000m: 130-200    crosta portante-polverosa

 

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Andiamo su con il super pickup di Davide e arriviamo quasi fin a pian Cervetto. Una zona davvero per me mai vista.

Parcheggiamo comodamente (si fa per dire) su un tornante a causa del fondo ghiacciato di una curva, Davide ha pensato bene già di montare le gomme estive a marzo, classico dei tipi da spiaggia!! cazzo. In ogni caso eravamo praticamente già arrivati e in 5 minuti raggiungiamo quello che doveva essere il parcheggio.

C'è già aria di primavera in bassa valle, di neve ormai a 1200m neanche più traccia se non qualche placca gelata, risaliamo con rilascio di flatulenze e rutti liberi il sentiero sgombro di neve che porta al Pian Cervetto dove inzia a intravvedersi la neve (quota 1350m) camminiamo snow a spalle ancora per poco e in corrispondenza del primo bosco di abeti calziamo le mezze tavole e iniziamo a risalire, consci che sarà una luuungaaa gita. Il rigelo notturno è scarsino ma siamo ancora bassi. Purtroppo fa sempre un caldo porco da giorni e le cundi ne risentono in bassa valle, nonostante siamo ancora solo ai primi di Marzo.

Il passo è regolare, la luce ottima per fare foto, da qui si vede bene il Rocciamelone con la sua splendida parete est (5.1 E4) una meta a cui ambisco da tempo, scatto un bel numero di foto e continuo dietro Davide.

Risaliamo un fitto bosco di abeti e raggiungiamo Il rifugio Toesca dove la neve diventa dura anche se non necessita l'uso dei coltelli, l'ambiente è stupendo, una valle che non avevo neppure immaginato esistesse nel parco dell'Orsiera, ampia, con tantissime gite possibili e la maggior parte esposte a nord. 

 

I pendii iniziano ad aprirsi in direzione nord, e diventa visibile la rampa di accesso ai pendii superiori davanti a noi. L'opzione canale la escludiamo in quanto la neve sarebbe senz'altro dura e poco sciabile.. decidiamo quindi di proseguire sulla normale e risaliamo il pendio che nel frattempo diventa sempre più ripido. Inizio ad avere il problema zoccolo: sebbene abbia messo la sciolina si forma in qualche punto, riesco comunque ad andare avanti ma con un po' di fatica in più, non l'avessi messa sarebbe stato ben peggio..

Facciamo una sosta quasi al termine della grande rampa per bere e rinfocillarci; fa un caldo porco, abonorme per il periodo, sudo come un maiale.. 

Davide sente che qualcosa non va al suo attacco....ed è rotto!! cazzo e ora? mi guarda rabbuiato e perplesso..

Io nel frattempo mi giro e ....cazzo NOOO! che coglione che sono..... vedo il mio zaino che precipita a valle rotolando senza sosta, sul momento penso sia spacciato poi guardando attentamente vedo che per fortuna non può andare oltre una conca più in basso, ma si fa tranquillamente quasi 400m di dislivello rotolando.. lo seguo con lo sguardo e vedo che finalmente si ferma.. tiro un sospiro di sollievo ma devo andarlo a recuperare? la mia gita si interromperebbe qui. Mentre pensavo di essere fottuto chi vedo spuntare dal basso della valle?? Luca!! che ci aveva contattati stamattina per aggregarsi alla nostra gita. Urlo forte per farmi sentire, mi vede e vede anche lo zaino, altro sospiro di sollievo, me lo porterà lui su. 

Davide nel frattempo decide di salire direttamente con i ramponi e si incammina. Io aspetto quasi mezz'ora prendendo il sole prima che Luca riesca a raggiungermi, si è fatto un culo assurdo con 2 zaini, lo ringrazio e ora risaliamo il vallone superiore per un pezzo assieme. Ho avuto fortuna.

 

Ora il paesaggio cambia nuovamente e il vallone si restringe; l'innevamento è ottimo, la neve alterna pezzi duri a pezzi più esposti trasformati ma non faccio molta fatica e raggiungo il fondovalle a quota 2600m circa. Da qui decido di puntare al pendio a sud e risalirlo fino alla cresta, Luca nel frattempo si è fermato un po' prima di me. Arrivo alla cresta, mi metto le mezze tavole nello zaino e proseguo a piedi su neve sfondosa e apparentemente poco sicura; il pendio è esposto a pieno sud e rimango perplesso sulla stabilità della neve, inoltre un po' ingenuamente non metto i ramponi e infatti in qualche punto scivolo, sono obbligato a fare un nuovo stop per metterli. Lentamente e inesorabilmente raggiungo Davide che nel frattempo passeggiava allegramente sulla cresta e aveva già raggiunto la cima. Decido di salirci pure io e dopo alti 20  minuti sono in vetta.

Il panorama è stupendo, molto simile a quello delle vicine cime del Frais ma in un contesto più isolato e selvaggio che contraddistingue questa zona.

 

Mi preparo alla discesa in poco tempo e già da subito si gode.. con belle curve su neve trasformata fino al colletto.

Qui parte Davide che traccia elegantemente il primo bel pendio ampio e assolato, io lo seguo con una linea quasi perfettamente parallela, la neve è firn davvero di ottima qualità.

la seconda parte è altrettanto divertente con un alternarsi di neve appena trasformata a vecchia neve farinosa leggermente umidificata ma molto molto veloce e con ottimo grip, tracciamo veloci le nostre curve fino al pianoro centrale, tutto molto bello, specialmente la rampa principale dove avevo perso lo zaino, qui sono riuscito a tracciare una bella linea...

Inaspettatamente belle curve anche fino al Toesca su neve che aveva mollato il giusto con un alternarsi quasi ritmico di cambi di pendenza e toboga dove fare i cazzoni. Riusciamo a raggiungere tavola ai piedi seppur con qualche equilibrismo anche Pian Cervetto, non manca alla fine pero' del ravanaggio nel risalire il breve pendio per il bosco di abeti, dove sono scivolato un paio di volte nel groviglio di boscaglia, ma fa tutto parte dell'avventura...

 

Nel complesso davvero bella gita!

 

FOTO E VIDEO

 

 

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