17 dicembre 2016 - Udine, Porco Colouir (3021m) - Valle PO

Un inizio di stagione niente male...

 

Se lo scorso anno in questo periodo la frustrazione e l'inedia regnavano non si può direi lo stesso di quest'anno.

Tutto merito della perturbazione di fine novembre che ha permesso un fanstastico innevamento in quota, sebbene non nevichi da ben 3 settimane l'assenza quasi totale di venti forti unite al sole basso del periodo hanno permesso il mantenimento di una neve più che buona, ovviamente nei versanti a nord.

Il pericolo valanghe sceso sensibilmente fino a 1 ha imposto una gita che soddisfi la ricerca della pendenza, il Canale del Porco e la Punta Udine sembravano fare al caso mio... 

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Dettagli GITA:

 

quota di partenza (m): 1716m 
quota vetta (m): 3021m
dislivello complessivo (m): 1305m

difficoltà: 4.3 E2 

Esposizione: NORD EST

Periodo consigliato: Marzo-Giugno

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Sommario

 

Una gita che è una gran classica del ripido nella zona del Monviso.

Può cambiare sensibilmente in base alle condizioni, se i canali sono magri come a inizio stagione e duri l'impegno specialmente per la discesa sale, la classificazione può essere variabile tra 4.2 a 4.3.

 

Si parte in inverno dal Pian della Regina ma in primavera inoltrata la strada è open fino al Pian del re togliendo quasi 300m di dislivello.

Si prosegue verso fondovalle approdando in un ampio pianoro da cui partono innumerevoli gite di sci alpinismo tra cui la Meidassa fatta qualche anno fa. Ad un certo punto ben evidente ci sono due canali a sinistra, il primo è quello del Porco.

In base alle condizioni si può salire sci ai piedi ma generalmente si utilizzano direttamente i ramponi, specialmente nelle condizioni di neve dura o scarsa. La pendenza del primo canale varia da 35° a 45° ed è abbastanza ampio e diretto. 

 

Superato il canale si apre il pianoro centrale, dal quale si può raggiungere il rifugio Giacoletti sulla Sinistra a quota 2700m.

Questo tratto più pianeggiante dura però poco perché è subito ben evidente il secondo e più ripido canale; di circa 250m attorno ai 45° che generalmente diventa ancora leggermente più ripido nella parte terminale. Occorre prestare attenzione a dove uscire, generalmente meglio tenersi un po' a destra per aggirare una cornice che quasi sempre si forma. 

 

Usciti dal secondo canale finalmente il sole vi riscalderà e sulla sinistra, ben evidente, la cresta per raggiungere la punta Udine. 

Prestare attenzione in vetta a dove mettere i piedi perché anche qui si forma una bella cornice a sbalzo sulla valle PO, già subito oltre la croce. IL panorama è dominato dalla parete ovest del Monviso in tutta la sua bellezza.

 

In discesa si fa il percorso della salita, l'eposizione nord e i canali riparati dal vento spesso garantiscono neve morbida ma in caso di neve dura l'impegno si fa ben superiore e occorre assolutamente non cadere, specialmente nel primo canale.

 

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Meteo del giorno

 

Cielo completamente sereno per tutto il giorno con visibilità eccellente grazie all'alta pressione. Giornate piuttosto corte per via del periodo. Non nevica da 3 settimane ma è attesa una nuova perturbazione da lunedì

 

Zero termico  nelle ore centrali:  2000m

isoterma -10 nelle ore centrali:  3600m

 

Venti: assenti o deboli di direzione orientale.

 

Pericolo valanghe: 1 

 

Situazione neve in cm (versanti sud-nord) durante la discesa

 

- 1500m:  0 

- 2000m: 0-80   durissima

- 2500m: 50-150  farina pressata a tratti dura

- 3000m: 100-200  farina pressata a tratti dura

 

 

 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

 

I canali della zona del M.Viso erano un po' che li puntavo..

Stavolta le condizoni sembrano piuttosto sicure e punto a uno dei più classici, il Porco raggiungendo la Punta Udine.

 

Mi organizzo con Giuseppe e company e ci ritroviamo in 4 ciaspolator + 1 a risalire il sentiero verso il pian del Re su neve marmorea piuttosto insidiosa, specialmente nei tratti esposti, raccomando al gruppo con me prudenza sul dove mettere i piedi. 

Risaliamo fino a raggiungere il Pian del Re dove la neve si fa continua e finalmente consistente, piccola sosta per sgranocchiare qualcosa e assolvere a impellenti bisogni corporali dopodichè proseguiamo sul percorso verso fondovalle, anche qui su neve marmorea e resti di valanghe a pera. 

 

Raggiunto il pianoro sucessivo metto finalmente la split e mi sgancio dal gruppo, cercando di individuare il canale del Porco, verifico sul GPS per non sbagliare in quanto vi sono ben 3 canali in sucessione; il primo non sembra condurre da nessuna parte, il dubbio rimane tra il secondo e il terzo ma quasi subito intuisco che è proprio quello di mezzo, in quanto si scorge in parte lo spazio del pianoro del Giacoletti.

 

Mi avvicino su neve crostificata ma sfondosa, l'aria è talvolta mossa da qualche breve brezza di monte, la temperatura è ampiamente sottozero ma non è un freddo fastidioso.

Raggiungo la base del canale e da subito mi accorgo che la neve non è proprio il massimo: placche dure alternate a tratti più farinosi ma la split fa molta fatica a salire e decido dopo diverse inversioni faticose e ripide di mettere i coltelli.

Nel frattempo mi raggiunge un forte ciaspolator con cui scambio qualche parola, mi supera in scioltezza e mentre decido che i coltelli non bastano più lui è già arrivato a fine canale. Chapeau.

Dopo qualche smadonnamento e l'aumento della pendenza decido di mettere i ramponi e finalmente la progressione si fa buona, il canale è diviso praticamente in due: una parte durissima a sinistra mentre una più morbida a destra, sono come corridoi sciabili all'interno del canale, che mi fanno ben sperare di non dovermi schiantare in discesa e avere un po' di aderenza delle lamine.

 

Raggiungo e supero il tratto terminale del primo canale con immensa fatica perchè sfondoso in uscita. Il pianoro non è molto lungo ma decido di mettere lo stesso la split, con senno del poi avrei lasciato direttamente i ramponi, una gita che si poteva fare praticamente TUTTA con i ramponi e magari la tavola intera più leggera, ma è quasi impossibile pianificare una decisione del genere...

Con la coda dell'occhio vedo il forte ciaspolator che sta già risalendo il secondo canale!! alla facciazza mia che sono ancora al pianoro. In realtà non è molto lungo e in appena 15/20 minuti lo attraverso con finalmente qualche raggio di sole sul viso, un tepore molto breve perché in poco tempo sono nuovamente nella ghiacciaia dell'ultimo canale del Porco. 

Sulla sinistra si vede il Giacoletti semisommerso di neve, il sole che si riflette sul tetto metallico creando un gioco di luci particolare, sullo sfondo la pianura Padana densa di foschia invernale.

 

Risalire il secondo canale è tutt'altro che banale perché alcuni tratti sono sfondosi:  fai due passi e ti regge la neve crostificata, al terzo sfondi sulla farina tornando di 1m indietro, grande fatica.. Impiego quasi 1h a risalirlo tutto,  l'uscita al colle è stupenda, il sole e la cima Udine ben evidenti sulla sinistra..il ciaspolator sta scendendo e mi incoraggia a raggiungerla comunicandomi che c'è una neve bellissima già dalla cima e...aveva ragione!

 

Dal colle la fatica inizia a farsi definitivamente sentire e ogni passo è sempre più pesante, cerco le placche più dure per fare meno fatica ma la neve è ovunque come zucchero, leggermente trasformanta in grani più grossi ma generalmente profonda e capisco che qui sarà un'ottima surfata! 

 

Raggiungo la cima alle 13 in punto, esausto ma molto soddisfatto.. Faccio molta attenzione a dove metto i piedi perchè la croce nelle foto estive è palesemente pochissimo prima di uno sbalzo e il rischio sarebbe grande, mi fermo per precauzione a circa 2m. Il panorama è stupendo con il Re di Pietra ben presente nella sua austerità.

 

La preparazione per la discesa è macchinosa, complice il poco spazio in cima e lo stordimento dovuto alla fatica: preparo tutto, assemblo la split, tolgo le pelli, metto maschera, sistemo gopro vado per mettere gli attacchi e... avevo ancora i ramponi ai piedi.

Tolgo i ramponi, li sistemo, vado per mettere la tavola e .... avevo le bacchette da sistemare, ho perso decisamente tempo..

 

Prime curve in discesa  su pendenza già attorno ai 40, molto conservative anche per l'emozione... la neve è bellissima, morbida, zuccherosa e velocissima.. puro divertimento, accenno qualche saltello in curva ma non molto coordinato, le lamine ci sono! 

Prendo più velocità e via...mi ritrovo all'imbocco ripidissimo del canale, lo scendo in coserva picca in mano e guadagno in back circa 10m della parte più ripida dopodichè inzia la danza... curve saltellate e guidate con precisione, qualche placca la sento ma anche a tratti bella neve con farina super pressata, procedo con molta cautela, forse troppa ma rischio anche una volta di scivolare.. 

Finisco il primo canale piuttosto soddisfatto e nel pianoro del Giacoletti cerco e guadagno più velocità tirando qualche simpatica curva.

 

Mi riposo un po' all'imbocco del secondo canale..bevo e mangio qualcosa e ricomincio a scendere, anche qui la primissima parte la scendo in conserva in quanto la neve è durissima, poi ricominciano le curve, questa volta nel complesso sempre buone su neve morbida, a patto di tenersi tutto a sinistra, c'è farina pressata divertente ma meglio non mollare troppo in quanto ci sono insidiose croste qua e là..

 

Raggiungo il pianoro basso e cerco una linea decente in mezzo alle gobbe, curve non proprio eleganti ma arrivo velocemente alla strada per il pian del Re dove trovo il solito ghiaccio, peggiore dell'andata.

Scendo con molta fatica in back fino a raggiungere un tratto pianeggiante ma le operazioni sono difficoltose e il rischio di caduta molto elevato, togliersi la tavola è molto delicato. 

Cammino fino al Pian del Re e seguo la provinciale che è innevata ma viste le gambe segate e ghiaccio decido di non scendere con la split ma a piedi gli ultimi metri, scambio due parole con altri escursionisti e condivido la discesa della strada fino a raggiungere il pian della Regina dove reincontro il mio gruppo.

 

 

Buon Video e Foto

Scrivi commento

Commenti: 0