8 marzo 2015 - Cima del Lago Sud (2527m) - Val Sangone

La guardi davanti a casa, quasi tutti i giorni per 35 anni...

...poi un bel giorno la sali e la scendi in snowboard... è la Cima del Lago Sud in Val Sangone

 

Ahhh la Val Sangone...già la Val Sangone, che vergogna...una valle sempre un pò ingiustamente snobbata, tanto vicina a casa da essere raggiungibile in bici. Una valle con davvero tantissime potenzialità, neve permettendo...

 

Questa volta seguo la "crew local valsangona" e mi aggrego al gruppo per questa cima.

Con noi arriva direttamente dal Friuli Nicola, in cerca di linee occidentali, per formare un bel gruppo selvaggio.


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Dettagli GITA:

 

quota di partenza       : 1165m

quota vetta                 : 2527m

dislivello complessivo  : 1360m

 

Difficoltà  : OS  

 

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Sommario


La Val Sangone, una valle che il mio amico local Davide definisce "sovietica" per le sue caratteristiche. 

Una valle molto diversa dalle altre, dalle particolari caratteristiche morfologiche e vegetative, con percorsi in partenza spesso accidentati o in mezzo a boschina infame.

La Val Sangone è così, per conquistare una bella discesa non basta una bella salita, qui occorre partire già con una concezione diversa e amare questo ambiente.

La cima del Lago Sud è comunque una gran bella gita adatta sia a sci che splitters, ottimo dislivello e lunghi tratti di discesa divertenti, a patto di prenderla con le condizioni giuste come oggi. 

Questa gita facendola ad anello dal vallone della Balma è ancora più bella.

 

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Meteo del giorno

 

Giornata nel complesso serena e mite. Aumento delle velature nelle ore centrali, sempre più spesse, ma in successiva dissolvenza

Venti deboli di direzione variabile, zero termico attorno ai 2500m nelle ore centrali stazionario, isoterma -10 a 3900m stazionario.

Innevamento ancora molto buono nei versanti a nord con 100/200cm a 2000m, in rapido ritiro sui versanti a sud dove sta già trasformando in firn.


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E' una delle volte che mi alzo più tardi in assoluto. La Val Sangone è davvero vicinissima a casa e in 10 minuti da quando sono salito in auto sono già al parcheggio in attesa degli altri. 

Da Giaveno, luogo di incontro, arrivare a Pian Neiretto è velocissimo, meno di 20 minuti e dopo i preparativi siamo già nel bosco che risaliamo il vallone.

Fa piuttosto caldo e dopo poco inizio a sudare copiosamente tanto da ritrovarmi in maniche corte, i local Davide e Massimo mettono il turbo e complici degli ostacoli tra la boschina, con imprecazioni inevitabili, rimango decisamente indietro, poco male perchè la temperatura mite e il sole rendono decisamente invitante la salita.

Il vallone Balma è completamente diverso da come ce lo si aspetterebbe: molto più grosso e largo, vedendolo dal monte Cuneo o da Torino esso appare apparentemente stretto ma non lo è. Si apre un autentico anfiteatro ricco di Cime che fanno da testata della valle, alcune delle quali molto interessanti e ben sciabili.

Arrivati ai pianori superiori facciamo una breve pausa, si scherza con alcune puttanate dense di testosterone e si  beve e mangia un pò, al fondo inizia ad essere evidente la cima, ancora piuttosto lontana ma ormai è evidente il percorso da fare. 

Riprendiamo il percorso con alcuni sali e scendi, per fortuna di breve durata, c'è una luce strana dovuta ad una sottile velatura del cielo che rende molto bene nelle foto, diffondendo la luce. I ragazzi si prestano per qualche scatto poser, ma senza esagerare.. 

Ora viene la parte della salita più faticosa; il pendio nord del vallone della Balma è piuttosto duro in più punti costringendomi a fare qualche traverso rognoso, specialmente ora che il percorso si inasprisce nelle pendenze, qui un pò di fatica la faccio mentre i ragazzi vanno sempre su come missili, ovviamente rimango anche questa volta indietro. 

Arrivati alla rampa di accesso alla cresta finale inizio a sentire un pò di affaticamento, purtroppo quando vado con tanti amici il loro ritmo mediamente superiore al mio mi mette in crisi, cosa che invece non accade quando salgo da solo dove riesco a conciliarlo meglio con le mie possibilità, arrivando a fare anche molto più dislivello senza affaticamento, che è il mio vero ostacolo.

Con molta fatica riesco a salire anche l'ultima rampa e arrivato alla cresta il paesaggio si apre su tutta la Val Sangone meridionale e il sole ricomincia a scaldarmi. Gli ultimi 100mt li percorro in un lungo tempo facendo più pause, i ragazzi sono già in cima che mi aspettano assieme ad altri skialp che nel frattempo sono arrivati numerosi. 

Dalla cima il panorama è bello, si vede Torino e le valli laterali, compresa la Val Germanasca in lontananza con ben evidente il vallone della Longia e cime circostanti. Il cielo non è completamente sereno e nubi alte e sottili si affacciano coprendo un pò il cielo e peggiorando leggermente la visibilità, decidiamo quindi di scendere.


Discesa


La prima parte è un pò irregolare e bella pendente, circa 40°, le prime curve sono poco stilose per via della neve ancora duretta, cerco un pò di seguire una linea più esposta a sud che trovo circa 100mt sotto la cima: qui inizio a divertirmi con curve veloci e strette su neve che finalmente grippava molto bene, la rampa alta è molto bella ed esce fuori una bella discesa su una linea che dopo un pò si incanala naturalmente nella parte centrale via via sempre più stretta.

Ora in questo canale centrale la neve è fantastica, bella trasformata, con la possibilità di fare curve molto veloci anche se sempre piuttosto strette, la pendenza diminuisce ma spesso ci si trova a fare i conti con balzi di piccole cascate che talvolta riusciamo a superarli scendendo, altre volte aggiriamo alla destra orografica, con relativo sbattimento. Decidiamo quindi di costeggiare in questo tratto il canale e qui i pendii sono più aperti permettendo qualche curva più ampia e spaziosa. 

Arrivati alla parte quasi terminale del vallone giriamo a sinistra immettendoci in un vallonetto secondario, non senza qualche togli e metti noioso. Ora c'è un tratto di discesa completamente diverso, ampio e con bosco rado, tipico della Val Sangone, c'è un ottimo firn scorrevole e veloce e  tanto spazio ma occorre evitare di spostarsi troppo dal tracciato in quanto il ravanaggio è in agguato, io seguo Davide che in questo tratto scende come un missile e con qualche ginkana tra la boschina arriviamo al torrente dove ci attende una noiosa stradina con diversi sali e scendi, piuttosto lunga, che darà il colpo di grazia alle mie gambe e mi farà arrivare stremato all'auto.


 

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