28 febbraio 2015 - Peigrò (2660m) - Val Germanasca

Val Germanasca RULEZ

 

Si ritorna nella valle dove mi sento un po' local a fare del sano backcountry, il chiodo fisso per quel maledetto trapezio che vedo da ormai almeno 20 anni quasi tutti gli inverni, quel dannato trapezio che ha una morfologia speciale, perfetta, è ora di salirlo e poi surfarlo. Il Peigrò


Le condizioni finalmente sembrano esserci: c'è neve, c'è powder, non ha tirato troppo vento, pericolo valanghe in diminuzione. 

E' un pedio piuttosto ripido e di conseguenza necessita di nevi assestate ma nello stesso tempo essendo esposto è anche a forte rischio vento, poche ore di eolo possono fare disastri. Insomma le belle montagne e i bei pendii sono come le donne, si fanno desiderare e occorre cogliere il momento giusto. 

 

Il meteo il giorno prima sembra accettabile, all'inizio incerto con miglioramento progressivo nel corso della mattinata, ma purtroppo così non sarà minando in parte il divertimento nella "perfect zone" alta.

 

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Dettagli GITA:

 

quota di partenza       : 1490m

quota vetta                 : 2660m

dislivello complessivo  : 1170m

 

Difficoltà  : OS  

 

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Sommario

 

Come già accennato prima il Peigrò è una montagna speciale. Già quando la vedi la vuoi sciare. Quando ti trovi dinnanzi a quel trapezio inizi inevitabilmente a volerla, specialmente con lo snowboard.

E' una gita sostanzialmente poco frequentata, ha dalla sua delle ottime caratteristiche di morfologia e diverse possibilità, sia in salita che in discesa. Questa gita è possibile farla anche ad anello salendo o scendendo dal canale diretto dalla cima, che ne aumenta la difficoltà (OSA).

Il dislivello è buono e consente, se si trovano le condizioni giuste, di fare una discesa spettacolare diretta tra ampi spazi alti ripidi che sono una libido per lo snowboard, al bosco rado più dolce dove ricamare linee ampie e "artistiche", passando per canali ricchi di salti naturali da fare in powder.

Purtroppo per noi, sebbene le condizioni di neve erano perfette, siamo stati un pò sfortunati con il meteo, privandoci del panorama dalla cima e un pò di divertimento nella parte più alta in discesa. 

Sarà senz'altro una gita che proverò a rifare tutti gli anni perché merita davvero tanto, con la splitboard ma anche con gli sci.

 

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Meteo del giorno

 

Qui viene la nota dolente. Le previsioni davano un netto miglioramento nel corso della mattinata che non c'è mai stato, anzi è peggiorato con debole nevischio nel pomeriggio e visibilità azzerata oltre i 2300/2500m. 

Giornata quindi uggiosa, con pochissime e illusorie schiarite a metà mattinata verso sud. Venti deboli dai quadranti orientali, zero termico attorno ai 1500m nelle ore centrali in calo in serata, isoterma -10 a 2800m in aumento.

 

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Si parte piuttosto presto e alle 7:40 siamo al parcheggio di Giordano. Questa volta ho portato con me un baldo giovane (19 anni!!!) nonchè un validissimo freerider e snowboarder: Luca Z.

Il suo entusiasmo e intraprendenza devo dire che mi stuzzicano molto: non si lamenta mai, sale come un missile con le ciaspole e scende ancora più velocemente con lo snowboard, è davvero un atleta anche se come tutti quelli della sua età pecca un pò in prudenza. La sua intenzione era quella di salire il Peigrò dal canale diretto nord che a mio avviso non era ancora in condizioni: sia per la sicurezza, specialmente nella parte finale alta, sia per le condizioni di neve ancora troppo farinose, avrei sputato sangue per salirlo e sprofondato nella neve fino alle ascelle. Inoltre sarebbe stato un problema per le condizioni di visibilità in cima. Non mancherò comunque nelle prossime settimane di riorganizzare, magari su una gita a lui più congeniale.

 

La salita procede piuttosto lentamente sulla strada iniziale, si fanno qualche foto, si chiacchiera, si scambiano informazioni su gite passate, sul percorso solo noi.

Arrivati al ponte dopo le pittoresche bergerie iniziamo a risalire il canale del torrente, con un pò di fatica, vista la neve polverosa. La cima è sempre ben visibile, decidiamo quindi di puntare direttamente verso di essa con una traccia diretta. Il cielo è irregolarmente nuvoloso con qualche debole fiocco di neve, rimaniamo un po' titubanti sul miglioramento, guardando verso la Vergia il cielo è ancora peggiore e si vedono haimè le nuvole scendere di quota, cattivo segnale.

 

Arrivati alla base del trapezio veniamo raggiunti da un paio di simpatici skialp, il primo di loro viaggia piuttosto veloce e mi da il cambio nel battere traccia, la progressione ora si fa più sostenuta e il pendio pure, qualche sprazzo di cielo azzurro invoglia la salita e si vede in tutta la sua bellezza il pendio da sciare del Peigrò, mi viene la bava alla bocca come un boxer.

 

Superato il limite del bosco tutto diventa più ripido, la fatica aumenta e il meteo peggiora vistosamente, mi innervosisco non poco perché la visibilità diventa in pochissimo tempo nulla.

Praticamente alla cieca seguo le tracce dei due skialp e dopo un'altra mezz'ora abbondante raggiungo la cima avvolto nella nebbia totale, non si vede a 1mt!! davvero PECCATO...ma la speranza è l'ultima a morire, decidiamo di sostare almeno 1h sulla cima per sperare in delle schiarite.

Speranza inutile, visibilità ZERO.

 

Discesa


Decidiamo quindi di scendere: i primi 100mt sono da blasfemia cronica delirante, non si vede nulla, le curve sono strette e contenute, non accendo neppure la Gopro e continuo a seguire le tracce della salita, man mano però inizio a vedere qualcosa e prendo velocità.

Superati i primi 200mt di dislivello la visibilità si fa accettabile e inizio a dare gas su pendenze sempre sostenute con curve strette e veloci, spettacolari!! neve eccellente e linee in polvere di totale qualità. Luca da spettacolo in discesa, salta l'impossibile e io mi diverto a guardarlo e filmarlo.

Raggiunto il limite del bosco godiamo ancora di ampi spazi intonsi dove firmare linee questa volta più ampie e libidinose, scegliamo poi di scendere dal canale dell'andata sfruttando con una bellissima linea diversi salti naturali, fantastico. 

Il divertimento però finisce in fretta e ci ritroviamo in pochi minuti già al ponticello che divide il Vallone delle Miniere alla valle principale, gli ultimi 100mt di dislivello sono sulla solita stradina, in parte ghiacciata ma sempre molto scorrevole.

 

Sul Peigrò ci tornerò quindi per ora direi Peigrò atto I 


 

 

 

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