20 dicembre 2014 - Grand Etret (3201m) - Valsavaranche

Altra gita prima delle festività


C'è ben poco da dire, NON nevica e fa caldo, in questa stagione è un problema non da poco, sia 

per il turismo invernale, sia per la scimmia GIGANTE che chiede deep pow nei boschi dove ora 

pascolano indisturbati camosci e boy scout con le pedule estive.


Per fortuna il mese scorso ha nevicato parecchio in quota salvando il salvabile, permettendo 

qualche gita completamente fuori stagione come il Grand Etret fatto oggi. Probabilmente gli 

anziani skialp che leggono questo report rabbrividiranno solo al pensiero di questa uscita, che 

normalmente si fa a MAGGIO inoltrato. 

Ma le alternative erano poche, tra cui rimanere a casa a mangiare patatine bevendo birra.

 

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Dettagli gita

 

quota di partenza (m): 1960m

quota vetta (m): 3201m

dislivello complessivo (m): 1241m

difficoltà: BS

 

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Sommario

 

Il Grand Etret come ho già detto prima è una gita a tutti gli effetti PRIMAVERILE, quindi non posso dare un giudizio completo. Sta di fatto che c'è comunque parecchio spostamento nella parte bassa, aggravata dal fatto che in questo periodo c'è poca neve, sicuramente se ci fosse 1 metro in più sotto i 2000 si sarebbe potuto sfruttare maggiormente la discesa, quasi fino alla pista di fondo di Pont, con i dovuti accorgimenti. Inoltre il sole basso di dicembre e il vento freddo, in un vallone in alta quota incassato e austero non sono certamente adatti ad una gita della domenica con la famigliuola.

Per quanto riguarda il percorso è nel complesso semplice e ben individuabile, ha un buon dislivello, è frequentato e remunerativo in termini alpinistici. Una gran classica della zona.

La discesa lascia moltissima libertà di inventiva nella parte alta in virtù degli ampissimi spazi dove c'è spazio per far tracciare un reggimento di skialp, meno entusiasmante la parte bassa dove si forma un imbuto naturale della valle costringendo a lunghi traversoni o stradina tritata.

E' comunque una di quelle gite dove la qualità e quantità di neve possono cambiarla drasticamente


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Il meteo del giorno

 

Cielo sereno tutto il giorno senza una nuvola, temperature viziate dell'effetto favonico causato dalla discesa di un nucleo freddo dal nord Europa, con un marcato gradiente termico. Zero termico a 2000m nelle ore centrali, isoterma -10 a 2900m in aumento. Venti moderati con locali rinforzi sulle creste da NW con effetto windChill. Innevamento nella norma solo oltre i 2400m, circa 2/3 metri di neve a 3000m, neve assente o molto scarsa sotto i 2000m

Dicembre caldissimo con scarti termici eccezionali. Il più caldo dall'800

 

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Due giorni fa contatto il gladiatore delle nevi Luca B. che sul momento mi piazza un punto 

interrogativo sulla sua presenza, ma la sera prima dopo qualche titubanza mi propone una gran 

classica della Valsavaranche: la Testa del Grand Etret, con una nutrita compagnia di 

skialp suoi amici, tra cui un istruttore. 


Il ritrovo è alle 6 davanti all'Auchan di Torino nord, l'autostrada Torino Aosta costa come un rene e per fortuna siamo in 5 a dividere le spese. 

In circa 2h e 15' arriviamo al parcheggio di Pont Valsavaranche, ci sono ben +2 gradi e la neve decisamente scarsa per il periodo. 

 

Ci prepariamo piuttosto in fretta e iniziamo a seguire la pista da fondo in direzione fondovalle, lo spostamento è subito evidente.

Il primo tratto è un pò noioso e la poca neve costringe a diversi sbattimenti: guadi di fiume, salite e discese da rocce non completamente coperte di neve, piccoli tratti ghiacciati dove le pelli slittano e spazi piuttosto stretti di manovra. Primi 200/300mt di dislivello un pò spezzagambe. Dopodichè da 2200m circa l'innevamento inizia a farsi consistente e finalmente la traccia diventa agevole iniziando finalmente a prendere con un buon ritmo, gli altri ragazzi sono ovviamente davanti, con gli sci hanno fatto decisamente meno fatica.


Il vallone nel secondo tratto è un pò angusto, stretto e per ovvi motivi stagionali buio, tanto che continuo la salita senza il bisogno di occhiali da sole. Le gambe ora sembrano reggere e l'affaticamento stabile. Qui la neve non è particolarmente ventata e sembra che la discesa sia almeno in questo tratto divertente, anche la pendenza inizia ad aumentare in modo progressivo.


Arrivati a quota 2700m circa il vallone si apre con il ghiacciaio del Grand Etret in tutta la sua larghezza coperto da una spessa coltre di neve caduta a novembre, situazioni particolarmente critiche non se ne vedono e alzando lo sguardo, come tante formichine si vedono i ragazzi più avanti, già giunti quasi allo strappo finale. 

Mi fermo per idratarmi e mangiare qualcosina dopodichè incalzato dal freddo sempre più pungente 

metto giacca e guanti pesanti, scelta che si rileverà azzeccata perché mi eviterà i soliti geloni che affliggono le mie gite


Ora la traccia si fa un pò scivolosa ma nel complesso accettabile e in un'altra mezz'ora arrivo 

alla rampa finale, un pò rognosa, devo appellarmi alle ultime forze e scalettare un pò al limite 

della caduta fino a quando raggiungo finalmente la testa del Grand Etret, in realtà non è proprio la cima vera e propria ma quella sci alpinistica. Il panorama è bello ma non a 360°. Si vede la Valle Orco e le sue cime meridionali. Il vento ora è sostenuto e fa decisamente freddo, ci sono circa -10 gradi (o anche meno) amplificati dall'effeto windchill. Scatto pochissime foto, è veramente difficile in queste condizioni. La sosta non dura più di pochi minuti, poi riassemblo la split e inizio la discesa.


Discesa


Il primo tratto è kompressor: a tratti ci sono un paio di dita di farina riportata dal vento, la split per fortuna morde bene nelle curve ma solo andando giù deciso di lamina. I ragazzi mandano avanti me che scelgo di tracciare la parte centrale del ghiacciaio dove la neve sembra migliore. 

Scelta infatti azzeccata, decisamente più morbida e gradevole. 

Terminato il ghiacciaio il vallone si restringe, la neve migliora ulteriormente e traccio qualche curva veloce. Ovviamente la bella neve è altra cosa, ma non posso proprio lamentarmi viste le condizioni generali. La pendenza non è proprio sostenuta e si alternano avvallamenti a gobbe nevose da prendere più velocemente possibile, piacevoli. 

Il vallone nel frattempo si fa sempre più stretto e le ultime curve lasciano posto alla consapevolezza che dovrò rientrare camminando nel tratto più basso, altrimenti diventerebbe un calvario.

Mi slaccio la split, la fisso allo zaino e scendo piuttosto velocemente a valle sul sentiero dell'andata, la neve è bella compatta e non ho minimamente problemi se non fosse per un certo affaticamento sopraggiunto. Impiego oltre una mezz'ora a completare il percorso fino all'auto dove mi attendono i ragazzi. Sono davvero stanco ma comunque soddisfatto.

 

 

Voto finale gita


Percorso: 6 (spostamento lungo)

Ambiente: 6 (panorama un pò chiuso dalle imponenti montagne laterali)

Discesa: 6 (niente di eccezionale anche se qualche bella curva è venuta fuori)

Allenamento: 5 (scarso, molto affaticato al ritorno)

Generale: 6 (prende la sufficienza)


E' una gita più primaverile, quindi è stata condizionata anche dalla stagione non idonea

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