10 dicembre 2014 - Faraut (3048m) - Valle Varaita

Si ricominciano le avventure invernali con la Splitboard...era ora!! 

 

In realtà sono salito già il 19 novembre in Valle di Champorcher ma portandomi il cane sono stato impossibilitato nel salire in cima, ancora troppo piccolo Zack, sebbene avesse energia da vendere non ne voleva sapere di salire, si limitava a giocare con la neve..riproverò tra qualche mese perché ha le caratteristiche giuste per muoversi in montagna.

 

La situazione innevamento sulle Alpi non è delle migliori; novembre si è congedato con una piovosità record e le nevicate sono state quasi sempre a quote troppo elevate, spesso anche solo oltre i 2500m. Il risultato è che al 10 di dicembre anziché affogare nella deep dei boschi ti devi cercare la gita primaverile, con tutte le criticità di un mese invernale dal sole bassissimo e dal freddo pungente. Inoltre ad alte quote il vento lavora molto in pieno inverno, rendendo la neve gessosa e aumentando le criticità da accumuli eolici.

Tuttavia qualche nota positiva c'è, ossia che in alcune più fortunate valli qui nell'occidente la sciabilità arriva (per ora) sin verso i 1800/2000m e di conseguenza qualche bella gita si può comunque fare.


La "quasi" prima gita stagionale decido all'ultimo di farla in Val Varaita, valle molto bella e dalle ottime potenzialità. Due anni prima avevo fatto il Colle Vers, per inaugurare la split, oggi sono stato esattamente nel vallone accanto con una cima sulla carta interessante, la Faraut.

Come sempre la sera prima consulto il meteo, zero termico, pericolo valanghe, condizioni itinerario, ecc.


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Dettagli gita

 

quota di partenza (m): 1828
quota vetta (m): 3048
dislivello complessivo (m): 1220

 

difficoltà: BS

 

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Il meteo del giorno

 

Giornata prettamente invernale con cielo sereno fino alle ore 12, poi copertura nuvolosa sempre più compatta fino ad avere cielo coperto verso le 13. Zero termico a 2000m nelle ore centrali in aumento, isoterma -10 a 3400m in aumento. Venti deboli a fondovalle, moderati con rinforzi sulle creste ad effetto windchill un pò fastidioso, anche se non eccessivamente freddo. Visibilità un pò scarsa nel pomeriggio in quota a causa dell'arrivo di nuvolosità compatta associata al rinforzo del vento. 

Innevamento variabile con la quota: sotto i 2000m molto scarso per la stagione, completamente assente sotto i 1700m. Solo oltre i 2200/2300m inizia a divenire consistente,  2 metri a 2500m e anche di più verso i 3000m dove nelle zone riparate dal vento potrebbero essercene anche 3.

Neve molto variabile ma nel complesso polverosa asciutta e scorrevole fino in basso, modellata dal vento e compattata nelle zone esposte.

 

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Sommario Gita

 

La Faraut diciamo subito che non è una gita eccezionale per la splitboard e lo snowboard in generale.

Non tanto per i pendii, mediamente di buona pendenza, quanto per la morfologia del terreno che obbliga a qualche "togli e metti". Inoltre il passaggio dalle "barricate" è un pò rognoso, più in discesa che in salita. Ergo non è proprio adatta ai "ripidisti" o a quei riders che vogliono dare gas dall'inizio alla fine.

Tuttavia sono molto belli i primi 500/600mt di dislivello di discesa dove la pendenza c'è e gli ampi pendii garantiscono idee per linee di qualità, infine il percorso è molto vario, il che non guasta, mai noioso. Probabilmente affrontata in stagione più avanzata garantisce maggiori soddisfazioni.

E' infine una gita piuttosto lunga e occorre già un discreto allenamento, ero davvero a pezzi a fine giornata.

 

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La Val Varaita purtroppo non è vicinissima, o meglio, non ci sono grandi vie di comunicazione dal capoluogo sabaudo, occorrono circa 2 ore per raggiungerla nella sua parte alta. Per me è meglio così in quanto garantisce un minor afflusso di gente.

Arrivo al parcheggio davanti al rifugio Melezè alle 8 circa, ci sono già due auto con degli skialp che si preparano, fa freddo, ma neppure quanto mi aspettassi, dovrebbero esserci circa -7 gradi, la luce che illumina le cime della testata della valle è splendida, scatto subito qualche foto e mi preparo per la salita.

Dopo pochi minuti sono già in marcia, accompagnato da un paio di esperti skialp che condivideranno con me più di metà percorso, si parla del più e del meno e delle loro esperienze in montagna.

Il percorso è per il momento semplice: ampi e poco ripidi pianori si si susseguono seguendo la strada forestale innevata, la valle è molto bella e l'ultimo tratto termina con  imponenti barricate rocciose, chiamate appunto "le Barricate" che segnano il vero punto di attacco ai valloni superiori e alle loro cime.

Le Barricate sono un passaggio obbligato: in stagione più avanzata è possibile risalirle direttamente dal greto del torrente gelato ma oggi è stato necessario costeggiare il ripido pendio di accesso, con alcuni pezzi un pò delicati, fortunatamente la neve era ancora piuttosto morbida e la split se l'è cavata. I passaggi sono due, con un breve pendio diretto nel mezzo. 

Questa gola scavata dal torrente è da non sottovalutare in quanto sono evidenti i resti di scariche di neve e pietre dalle pareti circostanti, in caso di forte rialzo termico o innevamento recente  è consigliabile affrontarla solo il mattino prestissimo o semplicemente girare i tacchi. Eccesso di prudenza? forse..ma non mi convince.

Usciti dalle barricate l'aria inizia a essere più tesa e fredda, dinnanzi si apre il vallone del Faraut, mentre a destra c'è una rampa per accedere ad altre cime, tutte grossomodo della stessa altezza.

La traccia è ottima e la progressione buona, le gambe però non rispondono al massimo e le sento già un pò spompe

Superato il primo vallonetto si inizia a vedere la Cima, evidente sul fondo, noto subito una gobba piuttosto alta nel primo tratto del vallone, che mi costringerà a un piccolo togli e metti in discesa, fortunatamente di breve durata ma pur sempre palloso, inoltre si profila un tratto piuttosto piatto che però con le gambe ancora poco allenate mi permette di tirare un pò il fiato, gli skialp con cui ho condiviso la prima parte della salita hanno deviato verso altro percorso. Il vallone è molto bello con delle "meringhe" imponenti sulle creste, testimonianza delle furiose nevicate di novembre accompagnate da venti tempestosi.


Lentamente il percorso si fa sempre più ripido, la traccia è anch'essa ripidissima, al limite del fattibile, prima di me saranno passati degli skialp muli da soma, ed infatti c'è già chi scende dalla cima, la neve in discesa sembra niente male!!

Mi fermo a prendere fiato ogni cambio di direzione, le gambe iniziano a soffrire ma ormai la cima è sempre più vicina, ovviamente vengo superato da diversi skialp che sembra abbiano tutti più gamba di me. mha..

Provo a bere qualcosa ma la cannuccia del serbatoio d'acqua dello zaino è congelata, sono arso. Cerco di scioglierla insaccandola tra l'arva e una piega del maglione, sembra funzionare.

A quota 3000m si esce sul colle spartiacque con la valle Maira, il paesaggio inizia ad essere eccellente con una visione a 360°, il freddo ora si fa sentire sulle mani, mi fermo per sistemarmi e finalmente racimolare qualche goccia d'acqua dal serbatoio, scambio due parole veloci con uno skialp e seguendo la traccia di altri escursionisti arrivo sulla cima, un enorme panettone composto da quattro pendii apparentemente tutti sciabili. Una croce semisepolta dalla neve attesta la meta.

 

Il panorama è molto bello anche se il freddo pungente limita la parte multimediale, i due skialp sulla cima con me scambiano qualche parola, per gentilezza gli scatto qualche foto con il loro telefono, ovviamente senza guanti!! affanculo!! mani assiderate tempo zero.

Provo anch'io a scattare qualche foto ma è davvero dura, raffiche gelide di vento rendono tutto un'impresa, mi preparo frettolosamente e riscendo il breve tratto fino al colle dove posso sistemarmi con più calma


la discesa

 

Prima parte devo dire soddisfacente, belle curve su farina molto fredda compressa un pò dal vento, a tratti ho dato gas e tirato qualche curva davvero di qualità, man mano però il pendio perde di pendenza fino a diventare piatto al fondo del vallone. Quindi primi 500/600m di dislivello direi ottimi, dopodichè inizia un pò un calvario: dapprima un togli e metti sulla gobba sfondoso, poi la confluenza di diverse gite prima delle barricate su neve tritata e compressa del vento poco piacevole, poi le Barricate vere e proprie, che se in salita non erano il massimo, in discesa lo sono state peggio con qualche spinta da "culo" per il pezzo più piatto. A peggiorare la situazione la visibilità crollata tempo zero a causa della copertura nuvolosa compatta giunta sulla valle, sono riuscito pure a sbagliare percorso dovendo rientrare sul sentiero per una cinquantina di metri. Nulla di tragico ma dannatamente sfiancante.

Ultimo pezzo su forestale, scarsamente innevata, con velocità alternata, curve strette e qualche spintone con le bacchette fino all'auto, sono STREMATO.

 

Voto finale gita


Percorso: 6 (appena sufficiente per via di alcuni sai e scendi e la zona delle barricate)

Ambiente: 7 (panorama bello anche se la cima non molto estetica limitando l'effetto 360°)

Discesa: 6 (prima parte godibile con ottima neve, seconda parte pessima con diversi sbattimenti)

Allenamento: 5 (scarso, gambe molto stanche in discesa)

Generale: 6 (prende la sufficienza)


E' una gita più primaverile, quindi è stata condizionata anche dalla stagione non idonea



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