17 maggio 2014 - Roisetta (3325m) - Valtournanche


Altra gita maggiolina...ma stavolta me ne vado in Vallè

 

Fino all'ultimo ero molto indeciso su quale gita fare, c'era l'imbarazzo della scelta tra Valli di Lanzo, Queyras e Vallè..

Le condizioni di questo maggio 2014 sono ottime, non tanto per le nevicate quanto per le termiche che finalmente si mantengono consone alle medie del periodo portando in condizione tantissimi itinerari di fine stagione. L'unico ma grande dilemma, era la qualità della neve, fattore critico per la discesa. I pendii a nord dopo le recenti nevicate erano a rischio crosta poichè o vai entro 2/3 giorni al massimo, o c'è il rischio concreto di trovare crostaccia, che il sole con queste termiche non ammorbidisce.

Quindi dopo aver spulciato per bene il web a caccia di un percorso opto per la Cima Roisetta, incoraggiato dai panorami, le lusinghiere recensioni e per l'esposizione meridionale del tracciato.

 

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Dettagli gita

 

quota di partenza (m): 2020m
quota vetta (m): 3325m
dislivello complessivo (m): 1305

 

difficoltà: BS  

 

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Mappa del percorso, rosso la salita, blu la discesa

 

 

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Il meteo del giorno

 

Giornata inizialmente soleggiata con gran sereno, rapido peggioramento dalle 11:00 con importanti cumuli in formazione in risalita dalle valli sulle cime. Venti assenti o deboli di direzione variabile. Zero termico attorno ai 3000mt nelle ore centrali, isoterma -10 a 4100m in aumento. Ottima visibilità. Innevamento ancora buono con 2/3 metri di neve oltre i 2500m nei versanti a nord.

 

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Sommario.

 

Questa gita per la splitboard è sconsigliata. Conviene farla con ciaspole + snowboard oppure direttamente con ramponi perchè se la trovate nelle condizioni di oggi i traversi sono devastanti, ho sputato sangue in più punti e difatti mezza salita l'ho fatta direttamente con i ramponi.

Per il resto nulla da dire, sia per i panorami che tolgono il fiato con una terrazza d'onore su Cervino, Monte Rosa e mezza Valle d'Aosta, sia per la discesa nel complesso molto bella e diversificata in cui i traversi micidiali della salita non danno noia.

 

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Il racconto con foto..

 

In questa stagione si sa, si parte prestissimo e si cerca sempre di sfruttare al massimo il rigelo notturno, in questo caso non è stato di certo un problema. 

Alle 6:15 arrivo ad un comodo parcheggio al termine della statale, preparo il tutto e risalgo per un centinaio di metri lineari su di un sentiero a gradoni, parzialmente innevato e raggiungo la piana di Cheneil nelle prime luci del mattino. L'atmosfera è molto bella con baite sparse qua e là ancora parzialmente circondate da ampi nevai. Testimonianza che qui, il lungo l'inverno, è finito da solo pochi giorni.

 

 

Dopo pochi passi, e dopo aver guadato un piccolo torrente, la neve diventa continua e calzo la Split, consulto una piccola cartina che mi sono portato dietro e procedo nel bosco di larici radi, ben innevato.

Mi accorgo da subito che la neve è davvero durissima e dopo pochi traversi decido di mettere i coltelli, ma anche con questi la progressione diventa parecchio difficoltosa in quanto piccoli avvallamenti su questa neve  non consentono alle lame dei rampant di mordere efficacemente. Ogni due passi faccio uno scivolone, imprecando ripetutamente. 

Con un gran dispendio di energia e di tempo arrivo al limite del bosco e anche qui non ci siamo, traversi micidiali con una split che da il peggio di sè. Fatica bestiale, inversioni al limite della caduta pericolosa, sudore copioso e dispendio pazzesco di preziosa energia. 

 

Nel frattempo diversi skialp mi hanno raggiunto e rifugiandomi tra alcuni blocchi di una valanga prendo la decisione più saggia della giornata: mettere i ramponi. Perché non gli ho messi prima? tutta esperienza nella valutazione, per le prossime gite, se vogliamo vedere il lato positivo...

Da subito capisco di aver fatto la cosa migliore e metto il turbo in salita, è uno spettacolo, anche se inizio a capire che chi ci rimetterà saranno i miei poveri piedi martoriati da profonde vesciche, inevitabili. A distanza di 2 anni e oltre 20 gite, i fitwell ancora mi fanno male in salita.. pazzesco.

 

 

La progressione è finalmente buona, lo zaino è ben composto con le mezze tavole legate e il fiato per fortuna c'è, ma commetto un altro errore: rimetto la split. E difatti dopo un centianio di metri di dislivello ecco ad attendermi un altro infimo traverso, ancora più ripido, liscio e ghiacciato su cui sperperare nuovamente energie con pure qualche piccola caduta (a monte) da sfinimento, la split è un incubo in questo campo, totalmente inadatta rispetto agli sci.

 

Nel frattempo mi raggiungono le solite "tutine" del kaiser, guardandomi con aria superiore, leggeri, con zainetti più piccoli di quelli di barbie, che mi sfilano davanti gasati come bottiglie di pepsi agitate per mezz'ora. Per loro salire è come fare colazione al parco davanti casa. Ho notato che hanno sci così sottili che sembrano quasi quelli da fondo e fisici esili, quasi emanciati, probabilmente la loro somma pesa quanto il mio zaino.

 

C'è davvero tanta gente sul percorso, molti vanno al Petit Turnalin, altra interessante meta, ma sicuramente meno panoramica. 

Il meteo è spaziale, non c'è una nuvola nè un alito di vento

 

 

 

Risalendo il costone meridionale del vallone ci sono spesso cambi di pendenza molto interessanti e il paesaggio inizia a farsi più ricco, con una bella visione d'insieme di tutta la zona.

Finalmente salgo con più ritmo, traccio numerosi zig zag sulla lunga e pendente rampa di accesso alla parte finale, molto ampia e con neve finalmente più morbida. Qui sebbene le gambe siano alla frutta e l'affaticamento evidente, riesco a scambiare due chiacchiere con qualche simpatico skialp anziano che mi incoraggia, parlare mi è d'aiuto per distrarmi e affrontare meglio la fatica, aggravata dai piedi doloranti per le vesciche. L'arrivo al costone finale è già una conquista e ormai sono evidenti le prime persone arrivate in cima, manca poco.

Attorno a me noto diverse ed interessanti possibilità di discesa su pendii lisci come tavole da biliardo.

 

 

 

 

L'arrivo in cima è una gran bella soddisfazione.

 

Il panorama è eccezionale, da togliere il fiato. E' un'autentica terrazza sul Rosa e la Gran Becca, si domina anche tutta la Valle d'Aosta orientale e in lontananza le cime del Gran Paradiso..

Il clima inoltre è molto gradevole e una buona mezz'oretta la passo a scambiare due chiacchiere con i primi arrivati e fare foto e video.

 

Nel frattempo un autentico esercito di skialp ha raggiunto la cima affollandola e rendendola caotica, accompagnata da un vociare frenetico e sghignazzate forzate. Inoltre nuvole minacciose giungono da sud quindi capisco che è il momento di assemblare la split e scendere.

 

 

La discesa, molto bella, la dividerei in 4 parti.

 

La prima parte è su pendii con pendenze sostenute molto ampi su cui tracciare belle linee, un pò al limite della crosta ma comunque le lamine hanno un eccellente grip, sembra di essere sulla moquette di una HALL Hotel 5 stelle, qui do gas mentenendo ampio il raggio di discesa con cambi di lamina poco frequenti.

 

La seconda parte è meno ampia della prima ma con diversi e gustosi cambi di pendenza, la neve è un firn da antologia, morbido il giusto, da gustare con linee più strette e rapidi passaggi di lamina front/back

 

La terza parte è stata la meno bella, un pò condizionata da un piccolo errore di valutazione, mi sono dovuto immettere in un tratto svalangato, seppur breve, che ha dato il colpo di grazia alle gambe. Mi sono concesso una risata vedendo due giovani skialp che mi avevano seguito imprecare vistosamente e uno di loro fare pure un ruzzolone. Questa parte termina con il lungo traverso fatto all'andata (terribile) ma in discesa non da assolutamente noia, rapido senza perdere quota.

 

L'ultima parte è sulla rampa finale prima del bosco, la neve nonostante la quota bassa non ha mollato un gran che rimanendo parecchio duretta, tuttavia cercando bene sono riuscito a fare ancora belle curve, trovando la linea meglio esposta su due dita di cremina molto invitante, arrivando come un missile alla piana di Cheneil..

 

 

Durante l'ultima parte di discesa una simpatica cagna di Pastore Bernese, Matilde, si è accucciata sulla mia split, davvero bella, ho scambiato anche qualche parola con il proprietario che saluto se dovesse leggere il mio blog.

 

Nella piana di Cheneil non sarebbe stato male riposare un pò e prendere il sole, ma purtroppo come sempre sono di fretta e piazzata la tavola nello zaino scendo nuovamente per il sentiero a gradoni dell'andata, parecchio scivoloso. Il tempo inoltre sembra voler peggiorare.

 

 

Voti personali:

 

Percorso: 7 (è un percorso molto vario anche se troppi traversi deleteri)

Ambiente: 9 (ambiente che solo la valle d'Aosta può offrire, panorama spaziale dalla cima)

Salita: 4 (no comment, traversi devastanti e veschiche assurde ai piedi)  

Discesa: 8 (una bella discesa)

Quantità neve: 7 (innevamento buono considerando il periodo)

Qualità neve: 8 (nel complesso buona con moquette in alto, firn nella parte intermedia e mix polenta/crosta in basso)

Allenamento: 7 (considerando i traversi devastanti me la sono cavata, ma ho 2/3kg in più)

 

Generale:  7 (i traversi e la fatica nell'affrontarli hanno un pò rovinato la giornata)

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