6 maggio 2014 - Meidassa (3105m) - Valle Po


La stagione inesorabilmente avanza.

 

Dopo un Aprile denso di impegni, lavorativi e famigliari, ritorno finalmente a fare una gita e con Luca decidiamo di andare in valle PO a fare la Meidassa, una classica primaverile della zona del Monviso.

 

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Dettagli Gita

 

quota di partenza (m): 1714

quota vetta (m): 3105

dislivello complessivo (m): 1391

difficoltà: BS

 

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 Mappa Percorso

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Il meteo del giorno

 

Meteo oggi al limite, al mattino cielo sereno oltre i 1500m con qualche innocua velatura che diventa sempre più spessa con il passare delle ore. Effetto "mare di nuvole" verso la pianura, rapido peggioramento nel primo pomeriggio con nevischio sopra i 2200m.

Venti deboli nelle valli ma con forti raffiche in quota, specialmente sulle creste di direzione sud occidentale. Temperature nella norma con zero termico attorno ai 3000mt nelle ore centrali, isoterma -10 a 4300m. Visibilità nel complesso buona

Innevamento discreto con circa 1 metro di neve a 2500m e 2 metri a 3000m, continuo oltre i 2100m.

 

 

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Sommario.

 

Una bella gita, una classica che non poteva mancare nei mio curriculum SnowAlp, non eccessivamente impegnativa ma già con un buon dislivello. Ho trovato condizioni buone e il meteo è stato clemente peggiorando solo nell'ultimissima parte della discesa.

La zona paesaggisticamente è molto interessante con un Monviso splendido e sempre presente.

 

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Il racconto con foto..

 

Partiamo alle 6:30 dal parcheggio del Pian del Regina in un silenzio di tomba, non c'è nessuno, nè uno skialp nè qualcuno del bar/rifugio.

Di neve qui a quota 1715m non c'è più nulla se non qualche nevaio sul versante nord, un pò ci lascia perplessi, ma è anche vero che siamo a maggio, ci prepariamo caricando sullo zaino sci e split e ci incamminiamo sul sentiero per il Pian del RE.

 

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Decine di marmotte che si muovo frettolosamente tra i massi e chiazze di neve, la luce dell'alba si fa sempre più forte e la temperatura è attorno ai +5 gradi. Si vedono già molto bene il Monviso e le cime adiacenti, bellissime.. era molto tempo che non tornavo in questa zona, 14 anni fa l'ultima volta (marzo 2000)...

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Il sentiero che porta al Pian del Re è molto semplice e risale il vallone dal punto più basso del Pian della Regina, sfortunatamente nel tragitto una frana interrompe il sentiero e ci costringe ad una deviazione su un piuttosto ripido costone in direzione della strada sopra di noi, qui inzio a sudare come un porco, le rocce sono instabili e ogni passo scivolo con loro, la blasfemia si impadronisce di me. Raggiunta la strada ne percorriamo l'ultimo breve tratto, pieno di pietre anche di grosse dimensioni e raggiungiamo il Pian del RE dove ad attenderci c'è uno splendido stambecco che spazzola avidamente resti di cibo sotto le panchine dei turisti della domenica, ovviamente vedendoci si allontana frettolosamente...

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Ancora un centinaio di metri e all'imbocco del primo pianoro riusciamo a calzare split e sci, la neve è perfettamente gelata e procediamo bene, in questa stagione la traccia te la fai te poichè la neve è ormai priva di aria e non viene segnata dai passaggi. La prima rampa è più ripida del previsto e mi costringe a numerosi cambi di direzione, supero le suggestive cenge che terrazzano il vallone e mi ritrovo in un nuovo pianoro un pò più piccolo del precedente chiuso in un anfiteatro di ripidi (e sciabili) canaloni e balze rocciose ripidissime.

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Attorno al percorso ci sono tantissime valanghe cadute nelle settimane passate che testimoniano come il percorso sia da fare nel periodo giusto. In questo pianoro facciamo una breve pausa dove mi idrato per bene e consulto il percorso sulla cartina. Luca ha male agli occhi per via degli occhiali inadeguati, il sole è fortissimo sulla neve e glieli fa lacrimare copiosamente, risolvo il problema prestandogli la mia maschera.

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L'ultima parte del percorso diventa sempre più ripida e ghiacciata obbligandomi a mettere i coltelli, passiamo accanto al famoso "Buco del Viso" che è un testimone storico degli scambi commerciali con la Provenza, è stato scavato a fine '400 per volere di Ludovico II del Vasto, marchese di Saluzzo, è il primo traforo della storia, un'opera notevole per il tempo.

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La cima della Meidassa si vede solamente all'ultima rampa, sulla sinistra si erge in tutta la sua bellezza il Monte Granero con un estetico e accattivamente canalone, bello tosto, solcato da diverse tracce di discesa, guardando sul web la gita è una BSA, magari il prossimo anno chissà...

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La cima del Meidassa si raggiunge davvero agevolmente e sulla sua sommità c'è una struttura in pietra con una croce sulla punta. Lo spazio è notevole, si potrebbe sostare in decine di persone, da qui il paesaggio si apre ancor di più spaziando anche sul Queyras e sulla val Pellice, il Re di Pietra è sempre lì, vigile e austero, quasi a ricordare che noi siamo sempre inferiori a lui, la bellezza della sua parete ovest lascia senza fiato. In cima sostiamo non tantissimo, complice il vento davvero forte che mi porta via pure la sacca dei coltelli (amen) , sebbene siamo a Maggio sulle cime over 3000 il freddo con il vento può essere ancora fastidioso, specialmente per le mani. Facciamo qualche foto e ci prepariamo per la discesa sparando pure qualche cazzata nei video.

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Ora la discesa. Prima parte.

Le temperature non eccessivamente calde non hanno fatto mollare la neve come si deve in alto ma scendendo con una pendenza sostenuta la prima parte è stata nel complesso piacevole. Curve non troppo veloci ma buona alternanza e controllo delle lamine con grip aggressivo, neve quasi al limite della crosta. Luca purtroppo nel primissimo pezzo è caduto sganciando uno sci, fortunatamente è rimasto dov'era altrimenti sarebbero stati guai.
La seconda parte invece è stata parecchio divertente, con neve trasformata molto veloce, continui i cambi di pendenza che imponevano un baricentro basso per il massimo controllo. Arrivo a tutto gas nel pianoro centrale con qualche saltino ridicolo ma esilarante.
Ultima parte su pendenza sostenuta e anche se la neve era ormai alla frutta aveva una composizione tipica dei nevai, ossia priva di aria, di conseguenza l'ho fatta a cannone simil sci-nautico divertendomi parecchio. L'ultimissimo pezzo che arriva al Pian del Re siamo scesi su una lingua di neve completamente rossa, fradicia..rossa della sabbia di un lontano deserto distante 3000km a sud.

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Panoramica senza titolo2


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Voti personali:

 

Percorso: 8 (vario e con discreto dislivello, belli i continui cambi di pendenza)

Ambiente: 8 (Monviso e cime adiacenti uno spettacolo!!)

Salita: 8 (40 minuti di portage poi ottima neve compatta sino in cima su cui salire veloci)  

Discesa: 7 (nel complesso soddisfacente, parte alta al limite della crosta)

Quantità neve: 6 (considerando il periodo e la quota leggermente sotto la norma, specie tra i 2000 e 2500m)

Qualità neve: 6 (non entusiasmante ma ben sciabile, firn solo a tratti, parte alta duretta)

Allenamento: 7 (sto mangiando troppo, anche se come sempre salgo benino)

 

Generale:  7 1/2 (buona primaverile)

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Commenti: 1
  • #1

    Yuki Heins (martedì, 31 gennaio 2017 13:02)


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