24 marzo 2016 - Ortetti (2957m) - Val di Ala

 

Una stagione che non decolla quest'anno... ma al giro di boa qualche bella sorpresa arriva sempre...

 

Quando un progetto mi piace, difficilmente riesco a togliermelo dalla testa. Finalmente l'innevamento è ora decente in tutto il torinese quindi si può fare quasi tutto e punto a una zona vicina ma che non ho mai esplorato, quella della val di Ala, con partenza da Balme. 

Mi ispira decisamente la cima degli Ortetti per via del vallone selvaggio con ampi pendii articolati..

 

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Dettagli GITA:

 

quota di partenza:           1446m
quota vetta:                    2957m
dislivello complessivo:      1551m

Difficoltà: BSA

Esposizione: Nord 

Periodo consigliato: febbraio-aprile

 

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Sommario

 

Questa è una gita a mio avviso stupenda per la splitboard!! 

Si parte da frazione Cornetti poco sopra Balme, si risale il vallone seguendo il fondovalle fino a raggiungere un ponticello al fondo dove di fronte si nota un pianoro con dei brevi canali ghiacciati, da qui si deve deviare a sinistra e si può scegliere di risalire il vallone o sulla destra o sulla sinistra orografica, nel primo caso occhio ad eventuali scaricamenti dai versanti superiori in caso di caldo o neve abbondante, io sono salito di qui in quanto ho seguito una traccia gps, ma non cambia molto, anzi è preferibile salire sulla sinistra orografica per il bosco più fitto sfruttado anche parte della traccia per l'Autour .

Raggiunti i 1900m circa, quando il bosco si fa più rado si inizia a vedere sulla destra evidente il vallone degli Ortetti, se si proviene dalla dx orografica è necessario superare delle grange abbandonate e attraversare il torrente coperto di neve,immettendosi su una altura da cui si domina buona parte del vallone, vedendo sulla sinistra il lago di Paschiet a quota 2000m. Arrivati a questo punto è consigliabile proseguire sul versante di sx orografica rivolto a sud est e continuare seguendo il vallone.

Attorno ai 2500m si incontra un brevissimo canale ma piuttosto ripido e stretto, si supera e si giunge ad un piccolo pianoro che presenta un altro canale che si può però aggirare sulla sinistra facendo attenzione in questo punto ad eventuali accumuli da vento in quanto sotto a barre rocciose. Superata anche questa parte si può scegliere di proseguire per il vallone o a destra o a sinistra percorrendo pendii fantastici fino a raggiungere il colle dove in base alle condizioni si raggiunge la cima. 

 

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Meteo del giorno

 

Cielo sereno tutto il giorno con visibilità eccezionale, venti deboli di direzione variabile, zero termico attorno ai 2500m nelle ore centrali

 

 Situazione neve in cm (versanti sud-nord)

 

- 1500m: 0-70        primaverile

- 2000m: 0-100      primaverile 

- 2500m: 50-200    primaverile - farinosa 

- 3000m: 100-200  primaverile - farinosa 

 

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Francamente non so cosa mi potrò aspettare da questa gita, il giorno prima come sempre spulcio tutto il possibile per reperire le info giuste, stampo anche dei fogli per la traccia gps, il percorso sembra ben chiaro.

 

Arrivo di buon mattino a Cornetti e mi incammino con le prime luci sul percorso di fondovalle, fa piuttosto freddo e la neve qui è bella dura, risalgo comodamente fino al fondo del vallone e decido con un pò di titubanza di risalire diretto il ripido bosco sulla sinistra, dopo poco mi ritrovo su un pendio roccioso e non molto innevato con le traccie di qualche ciaspolatore che vanno nella direzione che ho pianificato. 

Nonostante la neve dura non metto i coltelli favorito da le asperità del terreno che consentono una progressione sicura. Non c'è nessuno e il sole inizia a illuminare in modo deciso la zona del Bessanese e Ciamarella, ogni tanto faccio qualche foto. 

 

Raggiungo alcune grange parzialmente abbandonate e qui terminano anche le tracce delle ciaspole, proseguo nella mia direzione e inizio a vedere le alture prima del vallone degli ortetti, in centro il letto del torrente coperto di neve che in qualche punto devo attraversare, continuo cercando un passaggio per superarlo ma sul momento non trovo nulla, lo seguo direttamente sul fondo facendo attenzione a non incappare in qualche buco, a tratti è stretto e un po' rognoso e sulla fine inizia a deviare in modo naturale verso il vallone degli Ortetti, qui inizio ad avere qualche dubbio su dove passare, supero un paio di brevi rampe e mi ritrovo nel bacino del lago Paschiet, ancora un po' confuso proseguo tenendomi alla destra.

Arrivo ad un certo punto alla fine del bacino e sono obbligato a risalire un ripido pendio, piuttosto rognoso perché sconnesso e con neve crostosa che mi fa sudare come un dannato.

 

Finalmente guadagno il vallone degli Ortetti e tenendomi sulla destra inizio a risalirlo, la neve a tratti è sfondosa e mi obbliga a battere traccia in modo già piuttosto faticoso, una traccia che man mano che salgo è sempre più profonda. Per fortuna qui il percorso è ben visibile e non impiego molto ad iniziare a vedere la famosa strettoia con il canalino per accedere ai pendii superiori.

Con un lungo diagonale arrivo alla sua base e da subito noto che la neve è profondissima, il canale è corto ma con queste condizioni sarà dura tracciarlo, ed infatti... provo dapprima con una traccia brevissima e con cambi di pendenza ma faccio solo pochissimi metri, poi provo a togliermi la split e proseguire a piedi ma sforzo inutile: sprofondo fino alle ascelle...sudo e impreco, rimetto la split. A metà canale si mettono a rompere le palle anche le rocce sotto la neve fresca che mi fanno scivolare nelle posizioni più assurde, un culo allucinante ma finalmente esco da questo casino molto affaticato, ho pensato addirittura di mollare li tutto e tornare indietro.

 

Appena esco mi ritrovo però nuovamente in dubbio dove passare, davanti a me un nuovo canale, anche più lungo del primo e attorno il vallone si restringe parecchio, risalgo un piccolo dosso con la split per vedere eventuali altri passaggi e alla fine scelgo il meno peggio: un pendio sulla sinistra che sembra più ripido di quello che poi in realtà è. Qui la neve è polverosa e profonda, con qualche zig zag lo risalgo e finalmente noto con gioia di essere nel vallone superiore, meraviglioso, l'umore sale a livelli freeride e immagino già la discesa stellare che mi aspetterà al ritorno, la fatica però inizia a farsi sentire e battere traccia è tutt'altro che una passeggiata. Sono completamente SOLO in questo vallone selvaggio, il telefono non prende, in lontananza mi sembra di vedere uno skialp ma non ne sono sicuro.

Dopo un primo vallonetto si apre un vallone più ampio con sullo sfondo finalmente la meta, ma è ancora lunga. Per risparmiare energia cerco di ritmare il passo meglio che posso: ogni 30 passi inversione e 10 secondi di riposo, tecnica già usata altre volte permette di salire in modo conservativo e evita strappi o crampi anche in condizioni di affaticamento già notevole. L'ambiente è fantastico, la neve intonsa e invernale, le linee possibili tantissime. Bevo tantissimo, mangio qualcosa, non c'è un alito di vento e mi godo l'ambiente.

 

Con passo lento ma inesorabile risalgo l'ultima parte e raggiungo l'ultimissimo strappo prima della cresta, provo a risalirlo ma non c'è verso, troppo ripido da fare con la split e troppo profondo da fare a piedi, sprofondo fino alle ascelle. Sono comunque arrivato alla cima sciabile!! in ombra su una piazzolla fatta ad hoc mi preparo a scendere, tolgo le pelli, faccio qualche foto, video, assemblo la split e viaaaaaaa.

 

Discesa divisa in 3 parti

 

Vallone alto polvere invernale eccellente, curve libidinose con traccia ampia all'inizio e via via più stretta fino a raggiungere il canalino. Davvero stupendo, pendenza non molto elevata ma gli ampi spazi permettono di spaziare con la tavola dove si vuole.

Canalino superato facendo attenzione alle pietre sotto la neve fresca, dopodiché nuovo paradiso immacolato con altri 600m di dislivello almeno di godimento puro con farina più umida ma molto veloce che man mano diventava sempre più trasformata, un immenso plateau sulla destra orografica della traccia della salita, qui complice un po' di stanchezza le curve erano più contenute ma estremamente divertenti perché il terreno guadagnava pendenza e iniziava ad articolarsi in più vallonetti minori riportandomi al bacino del lago paschiet. 

Ultima parte della discesa dal lago in giù su firn di qualità, un po' indeciso sul dove scendere opto a causa della fatica nelle gambe di seguire il percorso della salita, le belle curve fino al limite del bosco lasciano spazio nuovamente al torrente e alle grange, pensavo francamente peggio e ad un probabile merdaio, invece..e anche se non un granché sciabile non ho mai tolto la tavola dai piedi e pure nel traverso fino al bosco con le bacchette sono riuscito a spingermi egregiamente su neve ormai marcia fino praticamente all'auto!

 

 

VIDEO E FOTO

 

 

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