28 marzo 2015 - Gran Pelà (2692m) - Valle Susa

Quando si parla di Frais ormai si parla di garanzia.


Il Pelà era l'ultima gita che mi mancava in questa zona, dove mi sento ormai un local, il Pelà probabilmente è anche la più bella in quanto è nella zona del Frais meno battuta da escursionisti. 


Ben pochi posti possono vantare le caratteristiche di questa zona delle Alpi Cozie: morfologia, esposizione, panorami grandiosi, gite dirette senza spostamento, dislivello, vallonetti e anche salti naturali.


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Dettagli GITA:

 

quota di partenza       : 1495m

quota vetta                 : 2692m

dislivello complessivo  : 1200m

 

Difficoltà  : BS  

 

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Sommario


Il Gran Pelà è una gita fantastica; caratterizzata da pendii incredibilmente belli, sia in salita che in discesa che se fatti in condizioni di powder rasentano la perfezione.

La sua peculiarità sta nella morfologia del terreno: sali in questo bosco di abeti incantato che sembra uscito dalla saga del Signore degli Anelli, raggiungi i pianori alti e di colpo ti rimpicciolisci a tal punto da diventare insignificante nella grandiosità del paesaggio, dipinto dal cielo blu e da austere cime lontane, i tuoi assi scorrono su un oceano di neve scintillante.

Per raggiungere la cima devi aggirarla, quasi la volessi corteggiare, per poi affrontarla sulla sua spalla raggiungendo la croce.  La discesa è come una sinfonia di solo violino..leggera ed emozionante e non vorresti finisse mai..

Gita consigliata per qualunque mezzo sulla neve.


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Meteo del giorno

 

Giornata di gran sereno primaverile ma caratterizzata da vento sulle creste e cime da Nord Ovest, a tratti anche forte. Sono giorni ormai che soffia senza sosta, tuttavia qui il rimaneggiamento del manto nevoso è stato nel complesso modesto creando solo locali criticità ben evidenti.

Zero termico oggi attorno ai 2500m nelle ore centrali in leggero aumento, isoterma -10 sui 4000mt stabile. Innevamento ancora molto buono fino al Frais paese con quasi 1 metro di neve e circa 2 metri nelle zone riparate a 2500m. 


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Con Luca il giorno prima siamo molto dubbiosi sulla stabilità del manto nevoso.

Ha tirato tantissimo vento e molto titubanti su diverse mete ne scegliamo una ancora invernale, il Gran Pelà.

Partiamo presto ma neppure più di tanto, le aspettative per questa gita non sono il massimo per quanto riguarda la discesa. Ci troviamo in un periodo dove si può trovare di tutto: dalla farina al polentone passando per la crostazza infame, sempre in agguato. 

Dal Frais scegliamo il percorso più comodo passando dalla strada provinciale per l'Alpe dell'Arguel, c'è ancora tanta neve e il rigelo notturno non proprio forte ci fa alternare sotto le assi crosta portante a farina umida da zoccolo. Non c'è nessuna traccia in salita.

Il bosco è incredibilmente bello, magico, sembra uscito dalla saga del Signore degli Anelli con abeti massicci e secolari non troppo fitti che fanno allontanare lo sguardo verso le profondità del bosco. Un assiduo cinguettio ci accompagna e il sole già tiepido fa saltuariamente capolino tra i rami.

Per ora si fa poco di dislivello e occorrono diversi tornanti per raggiungere le prime radure alte sovrastate da imponenti bastioni rocciosi, ancora coperti dal bosco, qui in una radura rischiamo pure di perderci in quanto la ancora spessa coltre nevosa nasconde la strada sottostante. Purtroppo ogni tanto si forma un pò di zoccolo, per via della neve fresca appesantita dal sole, ma nulla di particolarmente problematico se non per il peso del trascinamento, le pelli continuano a fare il loro dovere.


Con gli ultimi 2 tornanti raggiungiamo l'Alpe Arguel in un paesaggio davvero da cartolina invernale: una ampia radura con casette seppellite dalla neve e sullo sfondo il massiccio del Niblè baciato dal sole. 

Ora viriamo decisamente per la dorsale raggirando l'ultima parte del bosco che di colpo diventa molto rado: qui la neve inizia ad essere più compattata da vento ma non ravvisiamo particolari criticità nella sua stabilità e proseguiamo con ampi zig zag sul bellissimo fianco della montagna scintillante di neve e tutto omogeneo, davvero magnifico. Il paesaggio si apre ulteriormente, questo è uno dei punti più belli e panoramici di tutta la valle Susa, scatto diverse fotografie.


La dorsale diventa sempre più erosa dal vento fino a quando raggiungiamo con una balza più ripida il lago del Serin, ovviamente coperto di neve. Qui ci fermiamo un attimo a studiare bene il percorso, c'è infatti qualche accumulo da vento sotto le fortezze militari del Serin che ci suggeriscono di stare alla larga e dediamo di risalire il pendio meno ripido e aperto fino alla base della cima. Qui facciamo una piccola sosta e riprendiamo la salita direttamente sulla costa dove non c'è neppure bisogno di mettere i ramponi, la neve è morbida e raggiungiamo in breve tempo la cima.


Sulla cima il vento soffia piuttosto intenso, facciamo le foto di rito e decidiamo di scendere da un breve canale verso est che si immette nel vallone del Serin.


Discesa


Scendo per primo. La neve qui non è entusiasmante, mix tra crosta e neve già umida, inoltre devo fare un piccolo traverso. In realtà potevamo scendere più diretti ma pazienza.

Attendo anche Luca e finalmente ci immettiamo nel vallone del Serin "Comba scura", e che spettacolo.. a differenza della gita del Serin questa volta scendo dal lato destro del vallone, scelta ottima perché è tutto intonso e bello ampio con neve che aveva mollato il giusto, una farina un pò umida con una crosticina ghiacciata sopra la rendeva veloce sotto la tavola, divertimento assicurato e curve migliori del previsto.

Si alternano pendii molto ampi a piccoli restringimenti naturali con più pendenza nel bosco rado di larici, alcuni dei quali spezzati o forgiati dagli eventi atmosferici e valanghivi. In alcuni punti sono riuscito a dare anche per bene gas tirando dritto.

Anche l'ultima parte della discesa prima della strada per le bergerie Saubeyran è stata molto piacevole con curve strette su neve marcetta ma veloce.

La discesa è terminata piuttosto in fretta, non poteva mancare un bel ravanamento prima del paese, addirittura ho fatto a piedi un tratto di torrente e imprecato tra i rami fitti del bosco dove sono riuscito ad infognarmi, infine breve ma stancante camminata nella neve sfondosa fino a raggiungere l'auto.





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Commenti: 1
  • #1

    Evangelina Bode (martedì, 24 gennaio 2017 15:22)


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